“Due pesanti ingiustizie”, così Domenico Errani, ortofrutticoltore bio romagnolo e titolare dell’azienda agricola “La valle delle albicocche”, definisce la sua situazione in una missiva indirizzata alla ministra dell’Agricoltura Teresa Bellanova, al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini.
Il riferimento è al mancato risarcimento danni da gelo provocati dal vento gelido siberiano Burian di fine febbraio 2018 e dall’invasione della Cimice asiatica l’anno successivo.
“Le produzioni – scrive Errani -, pur essendo assicurabili, non si potevano ancora coprire in quanto le Compagnie non si erano ancora rese disponibili e molte aziende, compresa la mia, hanno perso l’intera produzione, 24 ettari di albicocco e pesco bio. Da segnalare che noi che coltiviamo con il metodo biologico siamo stati i più colpiti. Noi avevamo tutti i diritti di vederci riconosciuto lo Stato di Calamità Naturale ma l’ex Ministro Centinaio ha ignorato i produttori emiliano-romagnoli e così facendo ha palesato un grave errore. Sarebbe giusto e doveroso un intervento finalizzato a riparare ciò”.
Poi aggiunge: “Sulla questione Cimice asiatica, Lei Signora Ministra nei mesi scorsi non ha inserito l’albicocco tra le specie indennizzabili e non ha riconosciuto le aziende Biologiche tra quelle più colpite dalla Cimice asiatica. Vede Signora Ministra, le innumerevoli forme di agricoltura rappresentano un bellissimo arcipelago immerso in un mare di guai e di burocrazia, veda di ‘restare a bordo’ e di non essere ricordata come la Schettino dell’agricoltura italiana. Veda soprattutto di riparare all’ingiustizia del 2018 e a quella della Cimice asiatica sul biologico e sull’albicocco”.
“Per ora non ho ancora ricevuto nessuna risposta dai destinatari della mia lettera ma in compenso ho ricevuto decine di manifestazioni di solidarietà da parte di produttori che sono nella mia stessa situazione”, ha confidato il produttore a GreenPlanet. “Dei 24 ettari dapprima destinati alla produzione di albicocche bio, oggi ne restano appena 3,5. Mi sono dovuto reinventare orticoltore implementando anche il servizio di consegna a domicilio. Finora l’affetto dei nostri clienti, anche lontani geograficamente, ci ha aiutato tantissimo ma senza un reale appoggio dalle Istituzioni il nostro destino è segnato”, conclude Errani. (c.b)