La donna del brigante sull’etichetta di un olio monovarietale biologico di varietà Itrana. L’ha scelta Lucia Iannotta per rappresentare il legame tra la storia del suo territorio e quello della sua famiglia. Da una parte c’è la storia antica del brigantaggio nella zona del Pontino nel Lazio, dove donne forti con volti marcati come questo erano compagne dei banditi e modelle predilette di pittori famosi. Dall’altra una storia moderna di una donna coraggiosa che ha combattuto mentalità provinciali e ha liberato la figura femminile da retaggi consolidati.
Non era così scontato crescere a Sonnino, in un contesto dove l’imperativo è che le donne non possono fare i lavori degli uomini, e poi passare al comando dell’azienda agricola di famiglia fondata dal nonno frantoiano nel 1952.
Una scommessa vinta
Ma Lucia ha vinto la scommessa utilizzando pochi e semplici ingredienti: passione e determinazione, assieme alla volontà di non disperdere un patrimonio perché non c’erano eredi maschi in famiglia. Dopo aver insegnato matematica per qualche anno, nel 2008 ha preso in mano le redini dell’attività e particolare cura ha dedicato ai 200 ettari di ulivi secolari, tutti di un’unica varietà: l’Itrana, detta anche oliva di Gaeta, una cultivar originaria del Lazio a duplice attitudine, adatta cioè alla produzione di olio e a quella di olive da mensa.
“Quando presi questa decisione qui a Capocroce, vicino a Sonnino, tutti mi trattarono con indifferenza, guardandomi dall’alto in basso – racconta Lucia –. Sì, anche le donne aiutavano nei campi e lavoravano con l’olio ma in una dimensione di economia domestica: facevano saponi, sughi, sott’olio. Persino la dote delle figlie, fatta di lenzuola e tovaglie ricamate, era finanziata coi guadagni della raccolta delle olive”.
Quell’esperienza non è stata buttata via, anzi si è arricchita valorizzando i prodotti del territorio confezionati nei vasetti con l’extravergine di Itrana.
Tradizione e modernità oltre i confini
Poi Lucia ha portato Sonnino nel mondo con una foto che la ritrae sul muletto e come ambasciatrice per il Lazio all’Expo di Milano nel 2015. Un avvenimento che ha dissipato i dubbi e le reticenze dei suoi conterranei.
Dal 2008 ha fatto tutto ciò che era necessario per un’impresa moderna che deve stare sul mercato, ma attenta alla tradizione, votata alla qualità e dove la differenza la fanno i particolari. Mentre il padre fino alla fine fece convivere il ciclo continuo con quello tradizionale (con le presse), lei scelse il metodo di trasformazione moderno, mise la filiera interamente sotto controllo e adeguò tutta l’attività alla normativa europea.
E i risultati sono evidenti. L’extravergine di Itrana “Iannotta” si trova non solo nei negozi gourmet, enoteche ed oleoteche e ristoranti del Lazio, ma varca i confini regionali verso il Centro-Nord dell’Italia e dell’Europa e viaggia (col 40% della produzione) per raggiungere Giappone, Russia, Stati Uniti e Canada.
Prezzo: monovarietale di Itrana biologico 500 ml. 12 euro
Info: http://www.olioiannotta.it/
Daniela Utili