L’annuncio è stato dato qualche giorno fa e la notizia è di quelle destinate a fare clamore perché ridisegna tutti gli equilibri del comparto dell’ortofrutta biologica. Stiamo parlando dell’accordo strategico siglato tra Agribologna, fra i leader nella produzione di ortofrutta a livello nazionale, e Bia, primo produttore di biologico in Italia con 3.000 ettari di terreni in produzione di ortofrutta fresca.
La partnership è mirata a una vera e propria integrazione fra le due realtà, sul fronte della produzione agricola e logistico-gestionale. Nasce di fatto un nuovo polo italiano del Biologico, con caratteristiche produttive, organizzative e logistiche tali da posizionarsi ai vertici di un mercato in cui sono presenti altri colossi quali Almaverde Bio/Canova-Apofruit e Alce Nero/Brio. Come si posizionerà in questo scenario la nuova realtà all’interno di questo scenario? Lo abbiamo chiesto a Lauro Guidi, presidente di Agribologna, e Antonio Fricano, presidente del Consorzio Bia, che congiuntamente ci rispondono: “Pur con grande rispetto della competenza e dell’esperienza di Alma Verde Bio/Canova e di Alce Nero/Brio, abbiamo l’orgoglio di posizionarci al loro stesso livello. Sicuramente non abbiamo la loro forza commerciale e di marketing, in quanto i loro marchi sono già affermati sul mercato, ma da un punto di vista della produzione agricola rappresentiamo una base produttiva anche superiore a quella dei due player indicati e con la partnership con Agribologna, anche da un punto di vista logistico e gestionale pensiamo di essere in grado di competere alla pari”.
Alla base della partnership, una visione e un’identità comuni ai due consorzi, a partire dalla centralità attribuita a: sostenibilità ambientale e sociale, relazioni con i soci produttori, modelli di gestione ed efficienza nell’organizzazione commerciale.
Ma quali sono i tempi tecnici affinché tale partnership diventi operativa? “Da un punto di vista gestionale e logistico – ci dicono i due presidenti -, fin da inizio maggio cominceremo a far transitare una parte dei prodotti tramite il magazzino di Agribologna ed entro luglio tutta l’attività di groupage e gestione merci avverranno nel magazzino di Bologna. Da un punto di vista agricolo, la collaborazione è già in atto e si rafforzerà molto da maggio-giugno con le produzioni di Agribologna”. In generale l’obiettivo è completare l’operazione entro agosto, per essere a pieno regime nell’autunno 2021.
I nuovi prodotti sono destinati a raggiungere una copertura territoriale molto importante. La sinergia tra i centri di confezionamento dei soci di Bia, dislocati prevalentemente nel Sud-Italia, ma presenti anche in Lombardia e Trentino, e la struttura di Agribologna, che presidia soprattutto l’area del Centro-Nord, consentirà di coprire l’intero territorio italiano. “Sicuramente – spiegano Guidi e Fricano – il canale che verrà preferito sarà quello GDO, ma ci sarà spazio anche nello specializzato e nel tradizionale“. Circa l’estero, “ci si sta già muovendo, ma l’obiettivo è incrementare ancor più il lavoro”.
Il Consorzio Agribologna è fra i pionieri dell’agricoltura integrata a livello nazionale, con sempre nuovi progetti di ricerca e sviluppo, 110 soci agricoltori, 3.500 ettari di superfici coltivate, 21 piattaforme attive in Italia e 2 in Europa, 35.000 mq di magazzini refrigerati e 220 dipendenti. Di recente ha convertito oltre 120 ettari a coltivazione biologica. Il Consorzio Bia – 12 aziende agricole, 3.000 ettari di produzione bio, di cui 385 ettari in serra, 17 stabilimenti dotati delle più moderne attrezzature per la selezione, lavorazione e confezionamento – costituisce la prima piattaforma italiana di produzione di prodotti ortofrutticoli biologici. Il fatturato consolidato supera gli 80 milioni di euro solo di produzione biologica e la loro dislocazione territoriale consente di coprire pressoché tutte le produzioni tipiche delle più importanti Regioni dalla Sicilia al Trentino-Alto Adige passando per la Sardegna.
Un’ultima domanda: con quale marchio commerciale verranno presentati i prodotti? “Al momento il 95% del lavoro viene svolto a marchio del distributore o del cliente finale, ma stiamo già lavorando per lanciare il nostro”, concludono i due manager.
Chiara Brandi
Nella foto di apertura: Lauro Guidi, presidente di Agribologna, e Antonio Fricano, presidente del Consorzio Bia