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Il biologico e i valori del primo governo di destra della Repubblica
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Non diversamente dagli altri settori dell’economia, anche il biologico ha subito bussato alla porta del nuovo governo e del nuovo ministro all’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Come riportiamo anche noi, il presidente di AssoBio Roberto Zanoni si è congratulato con il neo-ministro “rinnovando la disponibilità a proseguire il prezioso dialogo già avviato con il MIPAAF negli anni scorsi”, con l’augurio di incontrarlo a breve.
Siamo di fronte al grande cambiamento scaturito dal voto del 25 settembre. Per la prima volta nella storia della Repubblica, l’Italia ha un governo di destra, che ha subito mostrato, nelle parole della premier Giorgia Meloni alle Camere e nelle prime dichiarazioni dello stesso ministro Lollobrigida, la sua forte identità in termini di valori, una identità che permeerà tutta la sua azione, presumibilmente, con grande coerenza. Accadrà in agricoltura così come nelle politiche ambientali.
I fatti ancora non possono esserci ma queste prime dichiarazioni lasciano capire l’importanza centrale che per questo governo avrà la difesa e la valorizzazione della produzione nazionale, anche e forse soprattutto in agricoltura e di conseguenza la difesa e la valorizzazione dei produttori agricoli. Questo è un primo dato incontrovertibile e può avere conseguenze tutte da valutare per il biologico. Infatti, se da una parte il biologico è un risorsa economica e agricola non secondaria del nostro Paese, con i dati e i record che Zanoni ha ricordato nel suo messaggio al ministro, dall’altra la difesa e la valorizzazione della produzione agricola nazionale dovrebbe ovviamente comportare decisioni a favore dell’agricoltura nel suo complesso, a partire dunque dall’agricoltura convenzionale e dall’agricoltura integrata che costituiscono ben oltre l’80% dell’agricoltura italiana.
Decisioni che riguardano, per esempio, i fitofarmaci e tutte quelle misure che consentano di proteggere le colture e la quantità delle produzioni pure da garantire perché elemento primario della sovranità alimentare.
Questa impostazione è chiara nelle prime indicazioni di politica ambientale. Il neo-ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin ha detto che il governo Meloni è “favorevole alla sperimentazione del nucleare di nuova generazione” e che andranno avanti le trivellazioni nei mari italiani, proseguendo con le ricerche e l’estrazione dai fondali marini.
Biologico e ambiente vanno di pari passo. Non si può essere a favore della produzione biologica senza essere a favore di una politica ambientale che preservi la natura e la sua biodiversità. Il ragionamento però oggi è più complesso che mai. La crisi economica ed energetica richiede provvedimenti di un certo tipo e tuttavia si mescola con la crisi ambientale innescata dal cambiamento climatico, costituendo alla fine un mix di problemi che impongono soluzioni complesse. Soprattutto per questo, aspettiamo che i valori si traducano in fatti per valutare il governo e la sua politica per l’agricoltura e il biologico.
Antonio Felice
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