Presente a MarcaByBolognaFiere 2020 (15-16 gennaio 2020), Besana ha ufficialmente presentato al mercato italiano un pack compostabile (vincitore nel 2019 del premio per il packaging assegnato dall’INC-International Nut & Dried Fruit Council), che rappresenta la prima tappa green dell’impegno di sostenibilità aziendale. Le tappe successive saranno il packaging a “spreco zero” entro il 2025 e ad “impatto zero” entro il 2035.
“Sarà realizzato totalmente con materiali di derivazione cellulosica: sia la base, vero e proprio sostituto delle attuali vaschette in plastica, sia il top film che la chiude – ha precisato GianPaolo Gentile, Responsabile Acquisti e Packaging Specialist di Besana –una soluzione pensata per essere completamente recuperabile nella carta, un esempio concreto e lampante del nostro impegno a favore dell’ambiente”.
Un traguardo importante, parte della strategia di sostenibilità recentemente resa nota dal Gruppo, che si fonda sulle note “4 R”: Riduzione, Riuso, Recupero e Riciclo, per un percorso circolare in grado di autoalimentarsi.
“Da anni investiamo una parte importante delle nostre risorse nella sostenibilità ambientale – ha dichiarato Riccardo Calcagni, amministratore delegato del gruppo Besana – Vogliamo rafforzare e potenziare i nostri obiettivi green attraverso l’attuazione di azioni concrete che, entro i prossimi 15 anni, ci porteranno ad adottare un vero e proprio sistema circolare e virtuoso per tutta la nostra produzione a livello mondiale”.
Besana conta 35 linee di packaging in quattro diversi siti produttivi, con oltre 125 milioni di unità di prodotto confezionate annualmente e più di 150 prodotti lanciati ogni anno. Quest’anno sono stati sviluppati e lanciati sul mercato imballaggi realizzati in monomateriale PE (polietilene), riconosciuto completamente riciclabile dal mercato inglese, con un conseguente risparmio di 9 tonnellate di anidride carbonica. Grazie inoltre alla riduzione nell’utilizzo di plastica e all’uso di materia prima riciclata, Besana nel solo 2019 ha ridotto il consumo di CO2 di quasi 500 tonnellate che salgono a più di 2.000 tons considerando l’ottimizzazione e l’efficientamento dei processi produttivi.