Cresciuto del 20% il biologico in Emilia Romagna

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In Emilia-Romagna nel 2016 le imprese di prodotti biologici hanno superato le 5mila, il 20% in più rispetto all’anno precedente, distribuite da Piacenza a Rimini. Crescono del 24% anche le superfici agricole convertite al bio, che rappresentano l’11,3% della superficie coltivabile regionale. ‘Siamo impegnati a favore di un‘agricoltura di qualità e amica dell’ambiente – afferma in una nota della Regione l’assessore all’Agricoltura, Simona Caselli -. La domanda del mercato bio continua a crescere. Per l’Emilia-Romagna si tratta di un’opportunità importante per posizionarsi in una fascia alta del mercato, puntando su prodotti a maggior valore aggiunto, che garantiscono un prezzo remunerativo agli agricoltori’.

Il biologico è uno dei settori al centro del Programma di sviluppo rurale 2014-2020, sul quale la Regione ha già stanziato aiuti diretti per 120 milioni di euro. Tra gli interventi finanziati alle aziende biologiche ci sono anche formazione e informazione, investimenti aziendali e di filiera, progetti di ricerca e sperimentazione (attraverso i Gruppi operativi per l’innovazione, GOI, che coinvolgono gli attori della filiera). ‘Il bando 2016 del PSR 2014-2020 – sottolinea Simona Caselli – ha fatto registrare una grande adesione di nuovi agricoltori biologici ed ha avuto un effetto volano per le imprese agricole e agroalimentari regionali. Infatti, da febbraio 2016 a settembre 2017, si sono registrate 688 nuove aziende agricole biologiche con una nuova superficie convertita che supera i 20mila ettari. Questi imprenditori potranno accedere al sostegno previsto dal PSR con il bando in uscita a fine 2017, ma hanno già scommesso sul futuro del settore, anticipando i costi della conversione delle proprie aziende’.

Emilia-Romagna leader nel bio

Sono 5.034 le imprese di prodotti bio (produzione, trasformazione e commercializzazione) attive da Piacenza a Rimini al 31 dicembre 2016. Un dato che sale al +24% considerando solo le imprese agricole che toccano la cifra di 3.983. La distribuzione geografica in Emilia-Romagna vede il primato della provincia di Parma con 869 aziende e più di 18 mila ettari di superficie agricola biologica (+38,3% rispetto al 2015). Sono aumentate di un terzo anche le aziende agricole e le superfici a Bologna (715), Piacenza (519) e Ferrara (363) che ha una dimensione aziendale media doppia (60 ettari) rispetto alle altre province. Buona la presenza di operatori e di superfici agricole nelle province di Forlì-Cesena (756 aziende, +11% rispetto al 2015), Modena (650, +10,6%), Reggio Emilia (533, +12%), Ravenna (345, +11%) e Rimini (284, +13,6%). Per quanto riguarda le produzioni zootecniche, le imprese che fanno allevamento con il metodo biologico di almeno una specie animale sono 758 (+11% rispetto al 2015): per i bovini sono 312 gli allevamenti da carne, soprattutto nelle province di Forlì-Cesena, Piacenza e Bologna e 148 gli allevamenti da latte soprattutto nelle province di Parma e Modena. Sono 982 le piccole e medie industrie di frantoi, caseifici, salumifici, mulini, mangimifici, cantine e produzioni di prodotti da forno; 69 le aziende che importano materie prime biologiche con un +30% sul 2015. Si consolida la produzione regionale di miele biologico con 144 allevamenti. Anche l’acquacoltura biologica regionale gode di grande slancio e raggiunge il primato in Italia: sono 12 le imprese produttrici di cozze e vongole e 3 le imprese di vallicoltura (orate, branzini e anguille). Solido il comparto produttivo regionale di uova biologiche: tra le 23 imprese produttrici di uova biologiche vi sono le aziende di maggior rilevanza a livello nazionale. Nuovo interesse, inoltre, si registra per l’allevamento di avicoli da carne: sono 20 le imprese regionali dedite alla produzione di polli e tacchini. 

Nella foto, l’assessore Simona Caselli

 

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