Come riferisce il Corriere della Sera, il masterplan di Piazza D’Armi disegnato da Leopoldo Freyrie su incarico di Invimit (società del ministero del Tesoro, incaricata dal Demanio della valorizzazione dell’area) darà vita ad un eco-quartiere da 4 mila alloggi, con un parco di 27 ettari al centro, più grande dei Giardini Montanelli.
Piazza D’Armi (una vasta area compresa tra la Caserma Santa Barbara, i magazzini militari di Baggio, l’ospedale San Carlo Borromeo e via Forze armate) si candida a diventare il primo grande quartiere ecologico italiano, per dimensione il terzo in Europa, sul modello del Vauban di Friburgo e dell’Orestad di Copenaghen. Dentro all’area verde, solo piccoli edifici con funzioni pubbliche, mentre le residenze saranno costruite lungo tutto il perimetro esterno. In generale, secondo la visione dell’architetto Freyrie, il consumo di suolo, rispetto ad oggi, non aumenterà. Il masterplan è stato depositato il 31 maggio in Comune.
Per Milano si tratta della più grande operazione di rigenerazione urbana, dopo lo scalo Farini: oggi ospita associazioni, orti comunitari, attività sportive ma ha anche vaste aree in degrado, abbandonate, da bonificare, occupate abusivamente. Nel progetto firmato da Freyrie si traccia il recupero delle aree boschive presenti e anche del campo di polo. E una rivisitazione integrale degli orti, sfrattati dall’attuale sede. Lo spazio verde sarà aperto solo a pedoni e ai percorsi ciclabili. Ospiterà piccoli edifici destinati a funzioni pubbliche come l’asilo o le scuole, una biblioteca, un Giardino d’inverno (luogo di socializzazione anche nelle stagioni fredde), una Casa del parco (punto informativo e sede di un mercato a km zero). Invimit ha poi un accordo con il ministero degli Interni per possibili progetti di reinserimento sociale dei rifugiati. Sul perimetro esterno invece troveranno posto negozi di prossimità che oggi sono assenti. Edifici a consumo quasi zero, autosufficienti dal punto di vista energetico, con ciclo dei rifiuti intelligente e recupero delle acque piovane. Alcuni edifici manterranno la struttura attuale pur essendo completamente rigenerati. Il progetto prevede che gli attuali orticoltori attualmente presenti con le loro associazioni possano continuare a coltivare il terreno fino a quando, mediante procedura di evidenza pubblica, non saranno assegnati loro nuovi appezzamenti, previsti più a sud.