In190 Paesi del mondo, oltre un miliardo di persone ha celebrato il 22 aprile l’Earth Day. Giunta alla 44esima edizione, la Giornata della Terra è nata nel 1970 dall’idea di un senatore del Wisconsin, Gaylord Nelson, per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali. Oggi l’evento ha assunto dimensioni globali con ricadute di formazione e di informazione sui temi dell’ambiente.
L’Earth Day di quest’anno, per decisione dell’ONU, si è incentrato su una delle maggiori sfide ambientali dei giorni nostri: le Green Cities, ovvero la sensibilizzazione generale a rendere le città sempre più verdi (maggiore sostenibilità e minore impronta ecologica).
Tre gli elementi chiave: edilizia, energia e trasporti. La finalità: aiutare le città ad accelerare la loro transizione verso un futuro più pulito, più sano e più vitale a livello economico, attraverso miglioramenti in termini di efficienza, investimenti in energie rinnovabili e riforma delle regolamentazioni.
Il fenomeno è in corso in Europa dove città grandi e piccole stanno prendendo decisioni per rendere gli edifici più efficienti e per riconvertire verso il risparmio i sistemi energetici e le infrastrutture dei trasporti.
La campagna ‘Io Ci Tengo’, lanciata in occasione dell’Earth Day, coinvolgendo testimonial vip e gente comune, attraverso dei video clip postati sui principali social network (Facebook, Twitter, Youtube), ha diffuso messaggi di impegno e di educazione a comportamenti sostenibili.
Tutto bene, ma se il 22 aprile fosse stato lanciato un nuovo progetto, concreto, preciso, per cambiare le cose, anche solo in una sola città del mondo, sarebbe stato ancora meglio.