La letteratura scientifica internazionale è concorde nel segnalare che i danni sanitari maggiori prodotti dal carbone si riscontrano nei bambini.
Diversi studi mettono in luce, ad esempio, i danni neurologici provocati ai bambini dal mercurio che fuoriesce dalle centrali (L.Trasande et al. Public Health and Economic Consequences of Methyl Mercury Toxicity to the Developing Brain. Environ Health Perspect. 2005 May ); altri indicano gli enormi impatti sul sistema respiratorio infantile (A.Millman et al. Air Pollution Threatens the Health of Children in China.
PEDIATRICS Volume 122, Number 3, September 2008. Una serie di affissioni è comparsa oggi a Brindisi, a firma Greenpeace, che ritrae la centrale Enel di Cerano accanto ai primi piani di alcuni bambini della città pugliese.
Vi si legge ‘Le centrali a carbone della tua città hanno nuovi filtri. I polmoni di…’, dove la frase è completata di volta in volta con il vero nome del minore ritratto, di cui si specifica l’età. In calce alle foto, poi, il seguente messaggio: ‘Deficit nello sviluppo neonatale, deficit polmonari, malattie respiratorie, asma infantile, disordini dello sviluppo, patologie neuronali, cancro. Gli 84 inquinanti emessi da una centrale a carbone hanno molti effetti sui tuoi figli, ma una sola soluzione: fermare il carbone’.
‘Con questa campagna intendiamo richiamare l’attenzione su un dato che non deve essere mai dimenticato: gli impatti sanitari delle centrali a carbone di Brindisi, come quelli di qualsiasi impianto alimentato con la stessa fonte, sono enormi; e la popolazione più esposta a quei mali sono i bambini, spesso colpiti dagli inquinanti ancor prima di nascere’, dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. L’Agenzia Europea per l’Ambiente ha segnalato nel 2011 la centrale Enel di Brindisi come il sito industriale più inquinante d’Italia. Secondo l’Agenzia della UE le emissioni di quell’impianto (in riferimento ai dati del 2009) determinano una mortalità prematura stimabile in 119 casi l’anno.
A questi andrebbero sommati gli impatti dell’impianto di Brindisi Nord di Edipower, che ha appena ottenuto una nuova AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per tornare a lavorare a pieno regime. In riferimento alla popolazione di Brindisi, uno studio del 2011 realizzato dall’Istituto di fisiologia clinica del Cnr di Lecce e di Pisa con l’Unità operativa di Neonatologia dell’ospedale Perrino di Brindisi, la Asl di Brindisi e l’Università di Pisa segnala un eccesso nelle patologie neonatali riscontrate nel capoluogo pugliese del 18 per cento rispetto alla media europea, con uno scarto che raggiunge quasi il 68 per cento in riferimento alle patologie congenite cardiovascolari.
Greenpeace chiede un progressivo abbandono, entro il 2030, del carbone: una fonte energetica fortemente dannosa per la salute e la più impattante sul clima globale.