Sette cittadini su 10 acquistano bio. Seppure la crisi mette a dura prova il portafoglio delle famiglie, il mercato del bio continua a crescere e l’Italia rimane il principale produttore europeo, in termini di quantità e diversità delle produzioni con i suoi un milione 100 mila ettari certificati.
Sono questi alcuni dei dati, diffusi con il dossier ‘Bio, benessere garantito’ di AIAB, Coldiretti e Legambiente in occasione della XIII edizione della Biodomenica, la giornata del 7 ottobre dedicata all’agricoltura biologica nelle principali piazze italiane. Sono stati migliaia infatti i cittadini che fin dalla mattina hanno affollato i mercatini biologici di vendita diretta e i numerosi eventi organizzati nell’ambito della manifestazione.
Ad animare la giornata, oltre alle degustazioni enogastronomiche, ci sono stati incontri, dibattiti, mostre, convegni, workshop e le ‘officine del bio’, i laboratori pratici dove imparare la preparazione del pane, della pasta e le principali attività della produzione e della trasformazione alimentare.
Realizzata con il patrocinio del ministero per le Politiche Agricole e il ministero dell’Ambiente, la Biodomenica è stata anche un’occasione d’incontro tra agricoltori e cittadini per conoscere il valore socio-ambientale dell’agricoltura biologica e il significato di un consumo critico e responsabile. Protagonista dell’edizione 2012 è stato, infatti, il ‘benessere umano, animale e ambientale’, tema centrale del dossier di AIAB, Coldiretti e Legambiente che illustra come la scelta consapevole del bio aiuti a preservare l’ambiente, evitando lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali, in particolare suolo e acqua, utilizzando tali risorse all’interno di un modello di sviluppo durevole nel tempo, che mediante particolari tecniche agronomiche garantisce vitalità, biodiversità e produzione costante, oltre a un impatto positivo sul clima.
Chi compra bio deve sapere che il biologico pone la massima attenzione al benessere degli animali, che sono allevati in spazi ampi per garantire libertà di movimento e nutriti con erba e foraggio biologico. Nel bio, infatti, l’allevamento senza terra è vietato e sussiste l’obbligo che il 50% del foraggio venga prodotto dall’azienda stessa. Gli animali, inoltre, non assumono antibiotici, ormoni o altre sostanze che stimolino artificialmente la crescita e la produzione di latte e uova. Ultimo, ma non meno importante, tema trattato dal dossier è l’attenzione che il biologico dedica all’aspetto sociale – il benessere umano, appunto – perché chi produce e compra bio è attento alla salvaguardia della salute nel rispetto delle risorse naturali.
‘Se il benessere è uno stato soggettivo, il biologico è invece oggettivamente un metodo produttivo virtuoso, che garantisce ormai da venti anni di regolamentazione europea, un cibo di qualità con attenzione verso il terreno, l’acqua, la biodiversità, il clima, gli animali, l’agricoltore e, alla fine della filiera, il cittadino – hanno dichiarato AIAB, Coldiretti e Legambiente -. Sono queste le basi del consumo critico e consapevole che permette ai cittadini di scegliere quello che vogliono mangiare in termini di qualità, sostenibilità ambientale e rispetto della tradizione alimentare. Un modello di produzione e distribuzione differente che – come confermano anche i dati e l’affluenza di oggi nelle piazze – è divenuto ormai una risposta concreta alla crisi’.
In Italia il settore biologico registra un fatturato di circa un miliardo e 550 milioni di euro l’anno, sono 1.096.889 gli ettari investiti nelle coltivazioni biologiche, per cui il Belpaese risulta al settimo posto nella classifica mondiale con il 3% circa della superficie complessiva, valutata sui 37 milioni di ettari. In linea generale, gli operatori risultano in crescita dell’1,3% rispetto al 2010 con 48.269 unità. Tra le regioni con maggiore presenza di aziende bio c’è la Sicilia seguita dalla Calabria, mentre per le aziende di trasformazione impegnate nel settore spicca l’Emilia Romagna seguita da Lombardia e Veneto.
Sul piano dei consumatori si registra un aumento della spesa dell’8,9% su base annua, in leggero rallentamento rispetto al tasso di crescita del 2010, ma in chiara controtendenza con la riduzione complessiva dei consumi di generi alimentari convenzionali. Il cibo bio più consumato in termini di spesa è ancora rappresentato dalle uova, grazie anche al buon incremento registrato rispetto al 2010 (+21,4%), ma gli aumenti nei consumi si rilevano soprattutto per i prodotti lattiero-caseari con una crescita degli acquisti nel 2011 del 16,2% e per altri alimenti come biscotti, dolciumi, snack (+16,1%) e bevande analcoliche (+16%).
Meno rilevanti gli aumenti per l’ortofrutta fresca e trasformata (+3,4%), che resta comunque la categoria principale tra i prodotti biologici consumati, raggiungendo un’incidenza sul totale pari a quasi un terzo in termini di valore. La crescita degli acquisti nel corso del 2011 è più accentuata al Sud (+19,2%), anche se le regioni settentrionali mantengono un peso preponderante, con oltre il 70% di incidenza sul totale, confermando una forte propensione al consumo rispetto a una vocazione produttiva tipica invece delle regioni del Centro-Sud.
Nonostante l’andamento favorevole dei consumi, dal punto di vista della spesa pro-capite, l’Italia invece non si colloca nelle primissime posizioni della graduatoria mondiale ed europea, dove a primeggiare sono invece la Svizzera e la Danimarca. ‘La genuinità del prodotto e la sicurezza alimentare hanno un ruolo sempre più importante nella tutela della salute – concludono AIAB, Coldiretti e Legambiente –. E’ questa la ragione per cui la produzione alimentare con il metodo di agricoltura biologica rientra sempre più frequentemente nelle scelte dei consumatori. Un metodo che continueremo a supportare e a promuovere nell’interesse del benessere umano, animale e ambientale’.
A Milano la Biodomenica si è svolta nei giardini della nuova Stecca del quartiere Isola, in via De Castillia. La Biodomenica ha coinvolto piazze e giardini a Roma, Napoli, Genova, Padova, Messina, Campobasso, Caneva (Pordenone), Spilamberto (Modena), Molfetta (Bari), Rende (Cosenza).