Recentemente, visitando a Verona il Solarexpo, Salone delle energie rinnovabili, avevo scoperto il grande interesse della rassegna collegata, che si svolgeva in parallelo negli stessi padiglioni, il Greenbuilding, che per novità e ampiezza di proposte mi era parsa la rassegna maggiore piuttosto che la minore.
Greenbuilding raccoglieva le esperienze della bio-edilizia, della bio-architettura o dell’architettura naturale, insomma il nuovo modo di intendere e di vivere l’abitare. Mi aveva colpito quello che avevo sentito da alcuni operatori: l’edilizia green rispetto all’edilizia ha lo stesso andamento economico del bio rispetto al settore alimentare ovvero è in contro-tendenza rispetto a una crisi che se nell’alimentare si avverte non pesantemente, nell’edilizia è invece fortissima.
Il drammatico terremoto di domenica scorsa in Emilia mi ha fatto tornare in mede Greenbuilding o meglio le proposte dell’edilizia e dell’architettura naturali di cui alcuni architetti, in particolare, mi avevano parlato con entusiasmo.
Mi pare che un’edilizia attenta all’ambiente, attenta alla qualità dell’abitare debba essere anche una paladina della sicurezza degli edifici e che, comunque, essa sia l’ambito più corretto per dare delle risposte che in questa fase sono non solo attuali ma urgenti.
Va da se, che ciò non basta a rispondere alle situazioni più drammatiche ma è una risposta da dare insieme ad altre, più generali come un’economia più rispettosa dell’ambiente, e più contingenti come una campagna di educazione sul comportamento della popolazione nelle emergenze sismiche e come il corretto funzionamento dei piani di protezione civile previsti a livello nazionale, regionale, provinciale e locale.
Antonio Felice