A Cerignola, nel cuore del Tavoliere, il pomodoro torna a essere “oro rosso”, non per il guadagno, ma per il suo significato sociale, etico e collettivo. È cominciata la nuova campagna di raccolta e trasformazione del pomodoro biologico della cooperativa sociale Pietra di Scarto, attiva dal 1996 su un bene confiscato alla criminalità organizzata. Oggi è un esempio concreto di economia solidale, sostenibile e inclusiva.
Ogni giorno, alle prime luci dell’alba, una squadra di dieci persone si dedica con cura alla raccolta, selezione e lavorazione del pomodoro, producendo pelati e passata senza sfruttamento né macchinari industriali. Tra i lavoratori ci sono storie di riscatto: una rifugiata ucraina, una donna che ha superato la violenza domestica, una lavoratrice migrante dal Senegal, e cinque persone coinvolte in percorsi alternativi di giustizia, tutte regolarmente assunte e parte attiva del progetto.
“La nostra è un’economia fondata sulla cooperazione, fatta di diritti veri e percorsi condivisi”, spiega Pietro Fragasso, presidente della cooperativa. “Abbiamo migliorato il nostro laboratorio installando pannelli fotovoltaici e ampliato la rete di produttori biologici che trasformano il loro raccolto presso di noi”.
Dal 2021, Pietra di Scarto ha scelto di dedicarsi esclusivamente alla produzione di pomodori biologici, coltivati a mano nei campi liberati dalla mafia, senza additivi e con attenzione all’ambiente. L’obiettivo di quest’anno è ambizioso: 100mila bottiglie da distribuire tramite le botteghe del commercio equo e solidale in tutta Italia.
“La nostra missione è creare alternative reali allo sfruttamento”, sottolinea Fragasso. “Lo facciamo attraverso l’agricoltura etica, la legalità, e la promozione del consumo critico. La nostra è una forma di antimafia sociale, che restituisce dignità alle persone e ai territori”.
Quello che una volta era simbolo del dominio mafioso, oggi è il cuore pulsante di una nuova economia: il pomodoro che cresce in questi campi rappresenta una speranza concreta, un futuro costruito su lavoro giusto, giustizia e rispetto.
La Redazione