‘Pesticidi nell’acqua, l’agricoltura va cambiata’

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14 organizzazioni tra cui AIAB, Associazione per l’Agricoltura Biodinamica, Fai, Firab, Federbio-UpBio, Italia Nostra, Legambiente, Lipu,Pro Natura-Federazione Nazionale, SIEP, Slow Food Italia, TCI, WWF, chiedono alle tre principali istituzioni europee, Parlamento, Consiglio e Commissione decisioni coraggiose per una autentica riforma della politica agricola comune in grado di rendere più sostenibile per l’ambiente l’attuale sistema agricolo europeo.

 

I dati ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) sull’emergenza pesticidi nelle acque in Italia dice quanto sia indispensabile una svolta ambientale della PAC. Ed è proprio la questione pesticidi l’altro tema d’impegno prioritario dell’ampio schieramento di associazioni ambientaliste e del biologico che nel mese di gennaio aveva risposto alla consultazione pubblica indetta dai ministeri delle Politiche Agricole, dell’Ambiente e della Salute sul Piano d’Azione Nazionale (PAN) per l’uso dei pesticidi con proposte che mettevano in primo piano la salute dei cittadini e degli agricoltori, la qualità dell’ambiente e delle aree rurali, la sicurezza alimentare. I dati diffusi dall’ISPRA sulla contaminazione da pesticidi delle acque superficiali e profonde in Italia sono la conferma di questa assoluta priorità.

I dati mettono in evidenza un paradosso tutto italiano: miliardi di euro di soldi pubblici spesi dalle Regioni con le misure agroambientali europee per favorire la riduzione della chimica in agricoltura e in Italia la vendita dei pesticidi aumenta, così come la loro presenza nelle acque, regalandoci un record non invidiabile di primo Paese in Europa per uso di pesticidi chimici di sintesi.

Oltre la metà delle acque superficiali (fiumi, laghi e paludi ) e circa un terzo di quelle sotterranee sono contaminate e di queste oltre un terzo delle acque superficiali supera addirittura i limiti di legge e i normali sistemi di depurazione non sono in grado di risolvere questo problema, che non riguarda quindi solo la fauna e l’ambiente ma anche la salute della popolazione. E mancano o sono insufficienti i dati di Regioni importanti, come Lazio e Campania.

‘Nemmeno la difficile situazione economica degli agricoltori è riuscita a invertire la tendenza all’aumento dell’utilizzo dei pesticidi e diserbanti nell’agricoltura convenzionale o cosiddetta integrata. Tutto ciò è solo il frutto dell’intreccio sempre più evidente fra le organizzazioni di rappresentanza degli agricoltori, gli apparati pubblici regionali e le multinazionali della chimica per condizionare l’applicazione delle politiche europee e la destinazione delle risorse pubbliche che dovrebbero, invece, favorire una reale riduzione dell’uso dei pesticidi principalmente attraverso la conversione al biologico’, dichiara Maria Grazia Mammuccini, coordinatrice portavoce della coalizione delle Associazioni ambientaliste e del biologico.

Di fronte a questo scandalo, già denunciato da tempo dalla stessa Corte dei Conti europea, è venuto il momento – sostengono le associazioni in una loro nota ufficiale – che la politica si assuma le sue responsabilità, facendo scelte chiare a favore del biologico a partire dalla corretta e lungimirante approvazione del Piano nazione per l’uso sostenibile dei pesticidi che deve riprendere il proprio iter in modo assolutamente trasparente visto che riguarda temi fondamentali per tutti come la tutela della salute delle persone e dell’ambiente, che dovranno essere in primo piano per il nuovo periodo della programmazione dei fondi comunitari, che inizia nel 2014.

Per le Associazioni, nel negoziato sul cosiddetto primo pilastro della PAC (regole per i pagamenti diretti alle aziende) sono le norme generali del greening che devono assicurare l’adozione delle migliori pratiche agricole per la tutela dell’ambiente, a partire dall’agricoltura biologica, all’obbligo delle rotazioni colturali, alla definizione di prati permanenti e pascoli, alla percentuale delle aree agricole d’interesse ecologico.

Nel secondo pilastro della PAC (investimenti per lo sviluppo rurale) le priorità sono una maggiore dotazione finanziaria, anche attraverso la previsione di un tetto massimo di 100 mila euro per i pagamenti diretti trasferendo al secondo pilastro le risorse che ne derivano; l’approvazione di un sotto-programma per l’agricoltura sostenibile con più risorse, un cofinanziamento più alto per le misure agro-climatiche-ambientali con una spesa minima obbligatoria del 50% delle risorse disponibili per lo sviluppo rurale, l’illegalità del doppio pagamento.

L’emergenza pesticidi nelle acque in Italia, evidenziata dai dati ISPRA, dovrebbe convincere – concludono le associazioni ambientaliste – i nostri rappresentanti nel Parlamento e nel Consiglio Europeo ad assumere posizioni in grado di rappresentare prima di tutto gli interessi dei cittadini e degli agricoltori che chiedono un forte cambiamento della PAC. Per questo è indispensabile fare scelte in grado di garantire che i fondi della PAC siano spesi solo per premiare quelle aziende agricole in grado di ridurre drasticamente o fare a meno dei pesticidi e produrre benefici per tutti, cibo sano, tutela dell’ambiente e della biodiversità, manutenzione del territorio, salvaguardia del paesaggio e lavoro per i giovani.

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