Scegliere una nicchia può essere una strategia vincente, o almeno lo è per Joe&Co, che con il brand Crudolio propone una gamma completa costituita da oli di semi e frutti biologici. “Nella nostra gamma ci sono sicuramente gli oli più tradizionali – ha affermato Nicola De Palo, direttore vendite dell’azienda, incontrato nel corso di Biofach – come il girasole, la zucca e ovviamente l’extravergine, ma anche più particolari come la canapa, la zucca, fino ad arrivare al cocco. Questi prodotti si inseriscono in due trend, quello vegan e quello del salutismo. Tra i prodotti più richiesti c’è l’olio di cocco MCT, ricco di acidi grassi a media catena che viene utilizzato nelle diete chetogeniche”.
Forte di una gamma capace di intercettare le tendenze del momento, Joe&Co ha chiuso il 2024 con ottimi risultati. “Abbiamo realizzato una crescita del 20% in fatturato e del 40% in volumi – ha precisato – legata all’acquisizione di nuovi mercati, di nuovi clienti e al presidio dei quelli già esistenti. Siamo agevolati dal fatto che nella nostra nicchia la concorrenza è limitata, sia nell’ambito del biologico, sia nei confronti degli omologhi convenzionali. Certo sugli oli più tradizionali la competitività è più alta, ma questi rappresentano solo una parte della nostra offerta. Chi punta sugli oli più tradizionali, ha magari alcune referenze particolari, ma non concentra i propri sforzi su quelli. Noi abbiamo fatto la scelta opposta e questo ci sta premiando”. A crescere è stato soprattutto l’estero, che fino all’anno scorso rappresentava il 30% del fatturato e ora è arrivato al 40%.
In Italia, come all’estero, il canale di riferimento per il brand Crudolio è la grande distribuzione, che da sola rappresenta il 70% del mercato, cui si aggiunge il B2B, l’Horeca e lo specializzato, la cui quota è in calo. “Nella grande distribuzione – ha sottolineato De Palo – quello che per me è premiante è l’esposizione nello scaffale dell’olio, che genera maggiori rotazioni perché è lì che si sceglie che olio acquistare. Creare un’area dedicata solo al biologico per me è ghettizzante, perché si raggiunge solo un target di consumatori. Lo stesso discorso varrebbe se i miei prodotti fossero inseriti nello scaffale etnico o del benessere”.
Elena Consonni