Il biologico è un fenomeno in crescita a livello globale. È quanto è emerso in un incontro organizzato nell’ambito di Biofach, dove i referenti delle associazioni del biologico di diverse aree del mondo si sono confrontati sulle tendenze del comparto, derivanti dalle analisi di dati IFOAM e FiBL.
Nel mondo la superficie agricola coltivata a biologico è progressivamente cresciuta dal 2000 a oggi e nel 2023 ha raggiunto i 98,9 milioni di ettari, il 2,6% in più rispetto al 2022. Uruguay, Cina e Spagna sono i Paesi che hanno visto i maggiori incrementi.
L’Australia è di gran lunga lo Stato con la maggior area coltivata a bio, 53,02 milioni di ettari, seguita a grande distanza dall’India, con 4,48 milioni di ettari. L’Italia è all’ottavo posto al mondo per superficie agricola con 2,46 milioni di ettari, preceduta, tra gli stati europei, solo da Spagna e Francia, entrambe sotto i 3 milioni di ettari. Complessivamente l’Oceania da sola rappresenta il 52% della superficie coltivata a bio, seguita dall’Europa con il 20%, dall’America Latina con il 10% e dall’Asia, con il 9%. Più scarso il contributo di Africa e Nord America.
Se la superficie agricola è in aumento, sono però in calo i produttori, che nel 2023 si sono fermati a 4,33 milioni, contro i 4,51 milioni del 2022, a testimonianza di una tendenza alla concentrazione nel comparto. Va però detto che nel 2022 si era registrata una crescita eccezionale del numero dei produttori e che potrebbero sfuggire a questi conteggi gli operatori più piccoli. L’india è il Paese dove si conta il maggior numero di produttori, oltre 2 milioni. L’Italia con 84.191 aziende (al 2023) è al sesto posto, prima in Europa.
Venendo al mercato, si è attestato a 136,4 miliardi di euro nel 2023 (erano 134,8 nel 2022). Gli Stati Uniti sono il principale attore mondiale, con vendite pari a 59 miliardi di euro nel 2023 e a 69,4 nel 2024. Seguono a grande distanza la Germania con 16 miliardi, la Cina con 12,6, la Francia con 12 (dati 2023).
Stati Uniti ed Europa sono i due principali importatori di alimenti biologici e nel 2023 il loro import è salito a 5,2 milioni di tonnellate, rispetto ai 4,9 del 2022. I prodotti più importati sono frutta tropicale e olii di semi. Messico, Ecuador e Perù sono i principali esportatori verso queste due aree.
Tornando agli USA, il bio ha registrato una crescita media annua del 6,1% negli ultimi 10 anni, il doppio rispetto a quella del mercato nel suo complesso. Piccoli frutti, uova, carne bovina e vegetali sono le categorie più in crescita in termini di vendite a valore, mentre le insalate confezionate, i surgelati, i condimenti hanno realizzato le performance peggiori. Quanto al futuro, le previsioni sono positive: l’aspettativa è di superare i 100 miliardi di dollari di vendite entro il 2033.
Rimanendo in Nord America, il mercato canadese del bio vale 9 miliardi di dollari canadesi, pari a circa 6 miliardi di euro. La quota media del biologico sul totale mercato è del 3,4%. Frutta e verdura rappresentano un terzo del mercato bio, seguite da alimenti confezionati, bevande, latte e uova.
Quanto ai Paesi forti produttori di alimenti biologici, in Oceania il 14,3% della superficie agricola è coltivata a biologico. In Nuova Zelanda il mercato del bio vale 723 milioni di dollari neozelandesi, pari a circa 390 milioni di euro. Il settore lattiero caseario, l’ortofrutta e il vino sono i tre principali comparti. L’Australia, dal canto suo, esporta 8.000 tonnellate di prodotti bio non trasformati – principalmente verso Singapore, USA e Malesia – e 12.400 tonnellate di alimenti trasformati, destinati a USA, Cina e Svezia.
Sul fronte produttivo è molto interessante anche il Sud America, con una superficie di oltre 10 milioni di ettari a biologico. Argentina e Uruguay vantano le maggiori superfici. Banane, zucchero, verdure e caffè sono i prodotti più esportati; Stati Uniti ed Europa sono i principali mercati di destinazione per i prodotti sudamericani.
Elena Consonni