La Toscana consolida il suo primato nel biologico con il riconoscimento ufficiale, da parte della Regione, del Distretto biologico del Montecucco, situato nell’area del Monte Amiata. Con questa aggiunta, salgono a dieci i distretti biologici istituiti secondo la legge regionale 51 del 2019, confermando la regione come punto di riferimento per l’agricoltura sostenibile in Italia.
La Toscana vanta numeri da record nel biologico: il 37,5% della SAU è certificata bio, quasi il doppio della media nazionale del 19,8%. Anche il numero di aziende biologiche è significativamente superiore alla media: 13,3% contro il 7,4% nazionale. Il nuovo Distretto biologico del Montecucco, in particolare, si distingue per la sua alta percentuale di superficie agricola biologica, che supera il 56% della superficie agricola utilizzata.
Sostenibilità e biodiversità al centro
La missione del Distretto biologico del Montecucco, sostenuta da istituzioni e associazioni come Regione Toscana, Distretto rurale della Toscana del Sud, CIA, Coldiretti e Unione Agricoltori Montecucco, è chiara: promuovere un’agricoltura sostenibile che esalti la biodiversità e favorisca uno sviluppo rispettoso dell’ambiente e del tessuto socioeconomico locale.
“Questo traguardo è il frutto di un’idea nata più di un anno fa, quando abbiamo iniziato a parlare della possibilità di creare un Distretto biologico che potesse valorizzare e sostenere il nostro territorio”, racconta Francesco Saverio Benedetti, presidente del Distretto biologico del Montecucco e CFO di ColleMassari. “Con l’impegno di tutti, grazie a una coesione straordinaria e a una visione condivisa, siamo riusciti in pochissimo tempo a trasformare quest’idea in realtà”.
Le aziende protagoniste
Otto aziende agricole rappresentano attualmente il biodistretto, avendone promosso la nascita: ColleMassari, Salustri, L’Impostino, Franci, Podere dei Fiori, La Pollinosa, Le Colline Amiatine e Podere Ciuffoni. Queste realtà, tutte impegnate nella produzione biologica, offrono un’ampia gamma di eccellenze: vino, olio, miele, farine e prodotti animali.
Le aziende aderenti al biodistretto utilizzeranno un logo distintivo sulle etichette dei loro prodotti, a garanzia della provenienza e della qualità bio. Per unirsi al Distretto, le aziende devono soddisfare un requisito chiave: almeno il 30% della produzione deve essere certificata biologica.
Un progetto nato in tempi record
Sorprendentemente, il percorso che ha portato al riconoscimento del Distretto biologico del Montecucco è stato rapido. “Con l’impegno di tutti e una visione condivisa, abbiamo realizzato in poco più di un anno un progetto che oggi rappresenta una risorsa preziosa per il nostro territorio”, conclude Benedetti.
Il nuovo Distretto si prepara ora ad accogliere altre aziende, con l’obiettivo di ampliare il suo impatto e rafforzare ulteriormente il ruolo della Toscana come modello di riferimento per il biologico in Italia e in Europa.