A partire da febbraio prossimo, anche gli aspiranti produttori di alimenti da coltura cellulare avranno linee guida precise da seguire per presentare all’EFSA le richieste di autorizzazione per la commercializzazione. Saranno tenuti a fornire ai tecnici di Parma informazioni dettagliate sul processo produttivo e sulla composizione dell’alimento, oltre a specificare gli usi previsti, i valori nutrizionali e la presenza di eventuali allergeni.
Lo stabiliscono le nuove linee guida sui Novel Food, appena pubblicate dall’EFSA che, come richiesto un anno fa dall’allora commissario UE per la Sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, entrano nel merito di una fattispecie molto contestata. La richiesta fu perorata anche da un asse di dodici Paesi guidato dall’Italia (unico Paese UE a disporre di una legge sulla carne sintetica), Francia e Austria, nel momento in cui il dibattito infiammava le sedute Agrifish.
La risposta dell’EFSA arriva con un paper di 50 pagine che spazia tra tutti i nuovi prodotti alimentari in linea con “i cambiamenti nel quadro giuridico della UE e dai recenti progressi nella ricerca e nell’innovazione alimentare”.
“L’industria dei nuovi alimenti sta evolvendo rapidamente – spiega Ermolaos Ververis, responsabile scientifico presso la sezione Nutrizione e innovazione alimentare dell’EFSA – ed è importante che i nostri processi di valutazione della sicurezza tengano il passo”. E prosegue: “Abbiamo imparato molto dalla valutazione delle richieste di approvazione di nuovi alimenti da quando è entrato in vigore il nuovo regolamento nel 2018: esperienza che ci ha aiutato a chiarire le definizioni e i requisiti relativi ai dati, in modo che i richiedenti possano presentare domande di qualità superiore e che il processo di valutazione del rischio sia più efficiente».
La nuova guida fornisce maggiori dettagli soprattutto sui requisiti scientifici (ipertecnici) che l’Autorità ha trovato lacunosi negli ultimi sei anni e tale aggiornamento potrebbe accelerare i tempi dei processi di valutazione, anche se va ricordato che l’approvazione finale e le regole di commercializzazione spettano sempre alla Commissione UE e agli Stati membri.
Fonte: Il Sole 24 Ore