Uno dei temi del 2025 per Conad sarà la rivisitazione della gamma “Verso Natura Conad”, interamente dedicata al biologico. “Il rilancio della gamma – ha spiegato Francesco Avanzini, Direttore Generale di Conad durante il tradizionale incontro di fine anno con la stampa – è necessario per far fronte alle mutate esigenze di consumatori, che sono cambiate anche nei confronti degli alimenti biologici. Nell’ambito della nostra offerta MDD, i prodotti bio sono presenti anche nella linea Piacersi Conad, che è focalizzata in modo più trasversale sul tema del benessere ed è stata oggetto di un rinnovamento nel 2024. La quota della MDD nel biologico è più bassa rispetto alla media e si aggira intorno al 10%”.
In effetti, nel 2024 la quota della MDD nel suo complesso si è attestata, per Conad, al 33,7% (+0,5 punti) nel canale ‘supermercati’. Complessivamente la MDD (Marca del Distributore) Conad ha realizzato un fatturato di 6,3 miliardi di euro (+4,7% a valore), un dato significativo sul fatturato totale 2024 dell’insegna: 21,1 miliardi di euro, in crescita del 4,5% rispetto al 2023.
Questi i punti di partenza con cui affrontare il prossimo quinquennio, che si preannuncia ricco di sfide. “Da qui al 2030 – ha confermato Avanzini – prevediamo una crescita contenuta del mercato GDO, unita a una forte pressione sui margini, dovuta alla riduzione del potere d’acquisto e alla crescita del discount. L’arena competitiva rimarrà affollata, con la crescita degli specialisti di valore e di convenienza, canali nei quali Conad dovrà incrementare la propria presenza. Per questo, avranno un ruolo ancora più fondamentale gli investimenti in digitalizzazione e sostenibilità”.
In tema di sostenibilità, lo scorso ottobre l’insegna ha presentato ai propri partner industriali fornitori di prodotti MDD (oltre 700 imprese di tutta Italia) un programma di lavoro pluriennale finalizzato al raggiungimento degli obiettivi ESG, in particolare per la decarbonizzazione e l’attenzione alla salute e benessere dei clienti, due valori incarnati pienamente dal biologico.
Al di là dell’offerta a marchio, Avanzini ritiene necessaria una riflessione sul biologico e sul suo posizionamento. “Il Bio – ha sottolineato – copre una richiesta specifica di una parte dei consumatori e abbiamo riscontrato negli anni un andamento ciclico di questa categoria. Credo che in questo ambito sia stato fatto un errore da parte di tutti, compresi i distributori, a proposito del posizionamento di prezzo. Il prodotto bio deve essere reso accessibile, non può costare il doppio del convenzionale, ma allo stesso tempo devono essere garantiti i costi produttivi che sono oggettivamente superiori al convenzionale”.
Elena Consonni