I risultati elettorali ci avevano distolto, la settimana scorsa, da un argomento per noi ‘da copertina’: gli imbrogli dell’industria alimentare. Non che la politica in questi giorni sia andata meglio, anzi, ma la lasciamo ai suoi tatticismi nell’attesa di tornare molto probabilmente a votare il prossimo autunno, in condizioni economiche ancora più drammatiche.
Veniamo invece ‘a bomba’. Tutti ci siamo chiesti a chi dobbiamo credere se anche le etichette, che dovrebbero certificare il contenuto di un alimento, alla fine sono taroccate: scrivono ‘carne bovina’ ma bisogna leggere ‘carne equina’, magari sottintendendo ‘carne di cavallo da corsa a fine carriera’. Ma questo non è niente o meglio è quanto basta per capire che dentro una confezione alimentare si possono nascondere gli ingredienti più incredibili.
E’ bastato attendere, in fondo, solo qualche giorno per avere la conferma che la realtà supera qualsiasi fantasia: sì, proprio il massimo della fantasia. Provate a pensare a una torta al cioccolato. E che cosa di più diabolico ci potrebbe essere in una torta al cioccolato? Ma sì, pensateci bene (scusate la durezza): la merda! Sì, proprio quella roba lì. Tecnicamente: batteri fecali.
I cinesi li hanno scoperti all’Ikea, in torte al cioccolato d’importazione. Sapete che i cinesi fanno le cose in grande: ne hanno distrutte subito due tonnellate, usando un’espressione garbata ovvero le torte al… cioccolato avevano ‘violato gli standard di qualità alimentare’. La notizia ha fatto il giro del mondo ma non con l’evidenza che avrebbe meritato: no, sono più importanti i politici e compagnia bella (balle) mentre noi rischiamo di non sapere i rischi che corriamo mangiando.
Allarmismo? Certamente, per qualche industriale alimentare che conosco allarmismo all’ennesima potenza. Ma andiamo piatti-piatti, stiamo ai fatti.
Che sono questi: le torte di cioccolata e mandorle distrutte, che erano in vendita nei magazzini cinesi dell’IKEA, contenevano – secondo le autorità – un eccessivo livello di batteri coliformi ovvero batteri fecali. Per questo il servizio doganale cinese ha distrutto 1.800 torte chiamate ‘chokladkrokant’ (mandorle con cioccolato, crema di burro e caramello) intercettate nel porto di Shanghai.
Secondo il Shanghai Daily, una serie di test ha confermato i primi sospetti. IKEA ha ritirato dal mercato, in 23 diverse nazioni, tutte le torte prodotte da un fornitore svedese, Almondy. Secondo una portavoce di Ikea, Ylva Magnusson, la concentrazione dei batteri rinvenuti nella ‘chokladkrokant’ non poneva un pericolo grave per la salute pubblica. (Commento: ma per carità, in fondo, quella roba lì è naturale; un pericolo grave sarebbe stato se ci avessero messo, chessò, il cianuro…)
Ma i cinesi, sapete, quando fanno sul serio non guardano in faccia a nessuno. Così hanno scoperto, analizzando cibi d’importazione, che la cioccolata Nestlè aveva troppo sorbitolo, un dolcificante che in dosi abbondanti può causare problemi intestinali. A dicembre era finita sotto accusa la catena di fast food Kfc perché i fornitori furono scoperti a violare le regole sull’utilizzo di medicinali per l’allevamento dei polli: una denuncia che causò un crollo delle vendite.
A gennaio sono calate del 37% nonostante la compagnia abbia annunciato controlli più stretti. L’ufficio per la quarentena di Shanghai, nel frattempo, ha fatto sapere di aver distrutto – tra le decine di altri prodotti – tonnellate di formaggio cremoso Kraft e 2,7 tonnellatte di barrette al cioccolato targate proprio Nestlé.
Dunque, quando scriviamo che ci vuole una svolta, saremo anche generici ma diciamo la verità. Una svolta etica prima ancora che una svolta green.
Antonio Felice