Una semplificazione priva di visione: la PAC diventa meno verde

PAC Toscana

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“Cambiamenti mirati per dare più flessibilità agli agricoltori e ai Ventisette e motivati dall’urgenza politica di rispondere alla crisi nel settore agricolo dell’UE”: così la Commissione europea aveva giustificato la proposta di provvedimenti volti a semplificare la PAC per assecondare quanto richiesto durante le famigerate proteste dei trattori. Queste e altre misure saranno discusse dai ministri dell’Agricoltura nei prossimi giorni e dovranno poi essere votate dal Parlamento europeo e dal Consiglio prima di entrare in vigore.

La proposta di regolamento presentata il 15 marzo, che a detta della Commissione riguarderà il 65% degli agricoltori UE ma impatterà solo sul 10% delle terre coltivate, fa saltare alcuni aspetti importanti delle Condizionalità, ovvero quei requisiti di sostenibilità che le aziende agricole devono rispettare per accedere ai sussidi. Le misure più importanti in questo senso sono le esenzioni per i piccoli agricoltori, cioè per chi coltiva meno di 10 ettari. Questi potranno accedere ai sussidi con una semplice autodichiarazione, ma vengono abolite le visite di controllo, che avrebbero appunto dovuto accertare il rispetto delle condizionalità.

Tra gli altri aspetti delle semplificazioni alla PAC, gli Stati membri non saranno più tenuti a rivedere i loro Piani Nazionali se cambieranno le Regole UE dopo il 2025 e ogni Paese potrà proporre delle deroghe specifiche a 5 degli 8 GAEC* (non ai GAEC 2,3 4).

Il commento di IFOAM Organics Europe 

IFOAM Organics Europe avverte che la proposta di semplificazione della PAC presentata dalla Commissione è sbagliata, in quanto “ridurrà i risultati ambientali della PAC senza fornire maggiori incentivi agli agricoltori per impegnarsi in iniziative di sostenibilità”.

Secondo Jan Plagge, presidente di IFOAM Organics Europe: “Questo è un brutto giorno per il settore alimentare e agricolo europeo. La proposta di semplificazione della PAC è un’occasione mancata, in quanto si limita a ridurre i requisiti ambientali, ma trascura di concedere uno status di verde per definizione e di fornire un vantaggio comparativo agli agricoltori che investono in sistemi agricoli sostenibili ambiziosi come il biologico. Abbassare i requisiti di condizionalità senza compensare con una maggiore ambizione per le misure volontarie, come gli ecosistemi, significa minare l’ambizione ambientale e la legittimità della PAC e non affrontare i problemi reali dei prezzi bassi legati agli squilibri di potere nella catena di approvvigionamento”.

L’IFOAM Organics Europe ha poi invitato la Commissione a mantenere l’obiettivo ambientale della Politica Agricola Comune come una priorità da raggiungere, incentivando e sostenendo maggiormente gli agricoltori a impegnarsi in un’ambiziosa riprogettazione ambientale delle loro aziende, che le renderà resilienti alle future crisi sociali e ambientali. Per farlo – conclude IFOAM – è necessario affrontare le questioni cruciali dei prezzi e del reddito, in particolare migliorando la posizione degli agricoltori nella filiera alimentare.

*standard per mitigare e adattarsi ai cambiamenti climatici

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