Come riporta ampiamente una corrispondenza dagli USA del 28 marzo di Federico Rampini su la ‘Repubblica’, il presidente Donald Trump ha annullato le leggi del suo predecessore a protezione del clima con un decreto presidenziale intitolato ‘Energy Independence Order’ che prevede la cancellazione del ‘Clean Power Plan’ sulle restrizioni delle emissioni delle industrie e per la riduzione delle centrali a carbone.
Di fatto, viene annullata l’adesione americana agli accordi di Parigi sul cambiamento climatico. Trump ha commentato così il provvedimento: ‘La mia azione oggi è un altro passo verso la creazione di posti di lavoro. Basta con chi rubava la nostra prosperità. Oggi comincia una nuova rivoluzione energetica’.
Trump – scrive Rampini – ha voluto distruggere l’ambientalismo del suo predecessore in una cerimonia spettacolare, a cui ha invitato una delegazione di minatori del carbone: ‘Voglio ringraziarvi – ha detto loro – perché avete attraversato tempi duri. Ma da oggi creiamo nuovi posti di lavoro grazie alle energie fossili. L’America ricomincia ad essere vincente, con gas e petrolio. E’ finita l’intrusione del governo, perché quelle regolamentazioni uccidevano il lavoro’.
Secondo Rampini, ‘a contrastare la contro-rivoluzione carbonica di Trump non ci sono solo gli ambientalisti; c’è anche una dinamica di mercato che rende il carbone troppo caro, e il petrolio meno redditizio di una volta. Non a caso l’85% degli Stati Usa stava applicando senza troppe resistenze gli obiettivi fissati da Obama. Ora quegli obiettivi vanno in fumo, letteralmente’.