Truffa bio: sequestrati beni per 20 milioni di euro

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La Guardia di finanza di Pesaro ha sequestrato terreni, edifici, conti correnti e autovetture per un valore complessivo di 20 milioni di euro a quattro dei 50 indagati nell’ambito di una maxi inchiesta internazionale della procura pesarese, in corso da mesi, su false certificazioni di prodotti biologici per circa tremila tonnellate. I quattro avrebbero certificato come biologici, attraverso un organismo di controllo, ingenti quantitativi di granaglie destinate alla zootecnia e, in alcuni casi all’alimentazione umana (soia, mais, grano).

Ai 4 indagati, che risiedono nelle province di Modena, Catania, Pesaro e Ancona, è stato notificato anche il divieto di esercitare per due mesi attività di impresa e/o di consulenza per qualunque organismo di controllo. Contestualmente sono stati eseguiti i sequestri preventivi per equivalente di beni mobili ed immobili, fino all’ammontare di circa 20 milioni di euro, una somma che corrisponde ai profitti illeciti. L’organizzazione trafficava granaglie provenienti da paesi Ue ed extra Ue, spacciandoli per prodotti dell’agricoltura biologica.

La notizia è stata diffusa dalla GdF di Pesaro il 18 giugno. Il presidente nazionale Confeuro Rocco Tiso ha così commentato la notizia: ‘La maxi inchiesta internazionale della procura pesarese sulle false certificazioni di prodotti biologici dimostra quanto sia necessario mantenere sempre forte il presidio della legalità, soprattutto per un settore come quello agricolo, spesso vessato da problematiche del genere.

I prodotti biologici sono un vanto della produzione nostrana e fanno parte di quelle produzioni che rendono il primario italiano così apprezzato anche all’estero.

Il fenomeno delle frodi alimentari ha purtroppo assunto in Italia i contorni di un vero e proprio flagello, con un valore di affari intorno ai 50-60 miliardi di euro all’anno.

Queste cifre mostrano molto chiaramente come le attività illegali nel primario stiano spingendo per conquistare ulteriori spazi e chiamano il Governo all’urgenza di predisporre misure di controllo e salvaguardia tali da poter proteggere i produttori agricoli e così anche il prestigio internazionale del made in Italy’.

 

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