La frutta e la verdura che acquistiamo al supermercato, dal fruttivendolo o al mercato rionale è controllata? Quando acquistiamo sappiamo il percorso che quei prodotti ortofrutticoli hanno compiuto per arrivare sino al punto vendita? Cosa conosciamo realmente delle analisi e dei controlli effettuati sulle mele, le pere, le arance, i finocchi, i cavolfiori che mangiamo?
Per fare chiarezza e capire quali sono e come avvengono i controlli, qual è il ruolo dei tecnici di campagna, qual è l’importanza delle etichette per la tracciabilità dei prodotti ortofrutticoli, abbiamo interpellato i responsabili qualità delle aziende aderenti a Fruitylife ‘Frutta e verdura, sana e sicura’, progetto co-finanziato dall’Unione Europea e dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali e coordinato da Alimos-Alimenta la Salute, cooperativa che raggruppa enti pubblici, unioni di produttori e cooperative del settore agroalimentare tra cui alcune delle principali realtà produttive italiane, all’avanguardia nei sistemi di qualità e certificazione. In particolare, abbiamo ascoltato i responsabili qualità di Alegra, Apofruit Italia, Conor, Naturitalia e Orogel Fresco, le 5 aziende coinvolte nel programma Fruitylife.
I CONTROLLI
Come vengono effettuati i controlli su frutta e verdura? Quali sono i parametri che vengono verificati al fine di garantire al consumatore la sicurezza che ciò che sta portando in tavola è un prodotto ortofrutticolo sano?
‘I controlli effettuati lungo la filiera dell’ortofrutta di una struttura organizzata – spiega Fausto Gaiba, Responsabile Qualità di Alegra s.c.a. – sono molteplici ed avvengono sia in campo che in magazzino attraverso il lavoro di tecnici specializzati. Sul campo si effettuano controlli del sito produttivo attraverso analisi del terreno, delle acque di irrigazione, il monitoraggio di eventuali contaminazioni da siti limitrofi e di tutte le pratiche di coltivazione effettuate dall’agricoltore’. ‘In magazzino – continua Gaiba – vengono realizzate verifiche all’ingresso degli stabilimenti e durante tutte le fasi di lavorazione, dalla suddivisione dei prodotti in base alla pezzatura alle selezioni, dal confezionamento all’etichettatura e, infine, alla spedizione’.
Quando si effettuano i controlli?
‘I controlli sono eseguiti durante l’intero ciclo di coltivazione – spiega Massimiliano Laghi, responsabile Qualità per Apofruit Italia – ma spesso sono più frequenti in prossimità della raccolta’. ‘Tra tutti questi controlli – dichiara Cristiano Pilotto, Responsabile Qualità Naturitalia – quelli eseguiti al fine di garantire la salubrità dei prodotti ortofrutticoli sono le ‘analisi residui’, effettuate soprattutto prima della raccolta in campo ed in una quota minore durante la lavorazione. Le analisi residui permettono di verificare che il prodotto sia conforme ai requisiti di legge, in particolare per quanto riguarda l’eventuale presenza di tracce di agrofarmaci (utilizzate durante il ciclo di coltivazione e durante lo stoccaggio nelle celle frigo, nei casi ove la legge lo consenta)’.
I TECNICI DI CAMPAGNA
Chi sono i tecnici di campagna? Quali sono i loro compiti?
‘Lavorare senza il tecnico di campagna sarebbe come navigare in internet senza alcun antivirus’, è il calzante ed esemplificativo paragone di Fausto Gaiba (Alegra). Figura ormai indispensabile sia per gli agricoltori che per le aziende, il tecnico di campagna svolge funzioni fondamentali: ‘Si tratta di un’interfaccia importantissima fra cooperativa e agricoltore – precisa Massimiliano Laghi (Apofruit Italia) – perché svolge attività di divulgazione, assistenza e controllo. È un elemento chiave per le verifiche sanitarie e qualitative della produzione ma anche per il passaggio delle informazioni’.
‘Il tecnico di campagna – dice Cristiano Pilotto (Naturitalia) – oltre ai requisiti legati alla sicurezza aiuta anche a raggiungere certi standard qualitativi di prodotto in termini non solo di pezzatura, colore o assenza di difetti ma anche di caratteristiche organolettiche, di consistenza, durezza, quantità degli zuccheri ed acidità’. Questo perché ‘la qualità è importante quanto la sicurezza – sottolinea Massimiliano Laghi (Apofruit Italia) -. Un prodotto di non alta qualità in campo difficilmente può essere migliorato in magazzino. Quindi, la qualità si fa “in campagna” con il lavoro fianco a fianco di agricoltori e tecnici di campo’.
TRACCIABILITA’
Cosa si intende con tracciabilità?
‘È un processo che permette di ricostruire a ritroso la storia di un prodotto – dichiara Giuseppe Maldini, presidente di Orogel Fresco – attraverso un sistema di identificazione e registrazione, risalendo al produttore e quindi al metodo utilizzato, al giorno di raccolta, di ritiro, di lavorazione e confezionamento’. Il codice di tracciabilità è infatti ‘un numero univoco – spiega Marco Candini (Agribologna/Conor) – che racchiude al suo interno tutte le informazioni relative al prodotto ed è riportato per legge in etichetta spesso sotto forma di lotto.
A tal codice è infatti associato l’agricoltore, il campo di produzione, il giorno della raccolta e la singola unità di carico accettata in azienda, quali, quante e quando sono state effettuate le analisi, chi l’ha confezionata, imballata e lavorata’. Un numero che serve non solo per intervenire qualora fosse necessario, ma anche per dare una certa garanzia al consumatore perché – come afferma Giuseppe Maldini (Orogel Fresco) – ‘se c’è tracciabilità vuol dire che viene sempre mantenuta la responsabilità dei singoli, che c’è la volontà di non tirare indietro la mano quando si è lanciato il sasso’.
Tale codice di tracciabilità è presente non solo sui prodotti ortofrutticoli acquistabili confezionati ma anche sulle casse di cartone/legno/plastica da cui si possono prendere i singoli prodotti, in quanto l’etichetta è apposta anche sulla cassa. Inoltre è possibile trovare appositi pannelli o lavagnette su cui i venditori possono riportare gli elementi dell’etichetta e non solo il prezzo di vendita.