Svolta biologica: il punto su Basilicata e Puglia

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Dallo scorso 2 marzo, gli oltre 2mila operatori lucani possono contare su una norma all’avanguardia per sostenere e incentivare le produzioni agricole biologiche: ad oggi la Basilicata è la nona regione italiana con oltre 103mila ettari pari al 21% del totale e circa 2.360 operatori.

Le coltivazioni più interessate sono quelle a cereali (37mila ettari) e le colture foraggere (17mila), a cui seguono le colture proteiche (9mila), l’olivo (5mila) e gli ortaggi (4mila).

La vicina Puglia è, invece, alle prese con una vera e propria  “svolta biologica” in agricoltura. Il Tacco dello Stivale è la seconda regione nella classifica italiana per estensione della superficie coltivabile dedicata alle colture biologiche, quelle che prevedono un ricorso meno che minimo a diserbanti e prodotti chimici. 

A certificarlo è il rapporto 2020 Sinab (Sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica), stilato da Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali (Mipaaf), Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) e Ciheam (Centro internazionale di alti studi mediterranei) di Bari.

Nel rapporto, elaborato su dati 2019, si legge che la Puglia è passata dai 252.341 ettari del 2017 ai 263.653 ettari del 2018 nel conteggio totale della superficie agricola regionale dedicata alle colture biologiche. I terreni bio, quindi, nel 2018 hanno rappresentato il 20,5% dell’estensione del territorio pugliese messo a coltura, con un incremento del 4,5%

La Puglia si posiziona, quindi, alle spalle della sola Sicilia, che però fa registrare un – 9,8% nei due anni, passando dai 427.294 ettari “biologici” del 2017 ai 385.356 ettari del 2018.

E, a partire dalla prossima stagione, i terreni seminati a grano e cereali antichi nella regione potrebbero raddoppiare. Obiettivo prioritario: aumentare la produzione aggiuntiva di grano duro per la pasta, di tenero per fare il pane e di mais per gli allevamenti. E svincolarsi almeno in parte dal nodo dell’importazione e dalla mannaia dei rincari.  Tra le misure dunque è stata approvata una deroga straordinaria e temporanea per consentire la produzione di colture per scopi alimentari e mangimi su terreni incolti; il tutto mantenendo, per gli agricoltori, l’intero livello del pagamento per l’inverdimento. 

Maria Ida Settembrino

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