Supera il 10% la quota bio del Gruppo Spadoni

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 ll prossimo futuro del gruppo Spadoni di Ravenna è un deciso orientamento verso il biologico e i prodotti dietetici dedicati a chi soffre di allergie e intolleranze alimentari.

Su questo versante sono già attive strutture e asset strategici come il Molino di Savio dedicato esclusivamente alla produzione di farine biologiche, ricavate dal grano tenero ma anche da kamut, grano saraceno, avena e segale, con una capacità produttiva di 700 quintali al giorno.

Gruppo Spadoni è socio del consorzio Almaverde Bio (leader del settore in Italia) e detiene licenze nel campo farine, prodotti da forno, pane e sostitutivi e riso. Con la ISA – una società specializzata nello stoccaggio di cereali con tecnologie innovative che consentono la naturale conservazione del prodotto senza l’uso di anti-crittogamici – il Gruppo Spadoni interviene alla base della filiera produttiva fornendo un fondamentale servizio logistico agli agricoltori che operano nel biologico, a garanzia del prodotto finito.

Sempre in ambito bio, dei prodotti dietetici e senza glutine (per i celiaci) operano nel gruppo la società Leila di Fidenza e l’azienda Keir di Ravenna (costituita, anche per ragioni di test sui prodotti e ricerca scientifica, con il gruppo sanitario di Villa Maria), mentre è in costruzione a Forlì un nuovo stabilimento destinato alla produzione di pasta e prodotti da forno senza glutine. Tutta una serie di alimenti creati per i mercati emergenti nazionali e per quelli, più maturi ed esigenti, d’Europa e America.

Questi dati sono emersi in un incontro di consuntivo del 2012 con il titolare, l’imprenditore di terza generazione Leonardo Spadoni. Il bilancio dell’anno passato si è chiuso per il gruppo ravennate con un giro d’affari sui 60 milioni di euro. Il cuore produttivo del gruppo è lo stabilimento sulla via Ravegnana, ormai completamente automatizzato e attivo 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno. Le nuove linee consentono di macinare 6.000 quintali di farina al giorno. In Italia i mulini del Gruppo Spadoni sono secondi solo a quelli della multinazionale Barilla.

Altra novità l’avvio di una serie di spacci aziendali per la vendita diretta dei prodotti della casa e di prodotti tipici romagnoli, altro filone intrapreso da Leonardo Spadoni per la valorizzazione, in particolare, di carni e salumi di Mora Romagnola e prodotti caseari della tradizione locale. A Zattaglia, su 90 ettari delle colline di Brisighella, il Gruppo Spadoni in società con l’imprenditore agricolo ed esperto zootecnico Emilio Antonellini, ospita in un allevamento modello la rara e nobile razza suina Mora Romagnola.

Una stirpe animale autoctona delle colline Toscane-Romagnole che nel recente passato ha rischiato l’estinzione. Si tratta di una razza assai pregiata, ma fragile e a lenta crescita che privilegia lo stato libero all’aria aperta. Per queste caratteristiche fornisce carni di grande qualità. Nell’allevamento di Zattaglia la Mora cresce in modo semibrado in un ampio territorio recintato diviso in spicchi e dotato di un rifugio e di una nursery per la riproduzione. Le decine di capi d’allevamento, quando hanno esaurito uno spicchio di pascolo (con erbe come favino, sorgo, erba medica) vengono spostati in una nuova porzione di terreno per consentire, a rotazione, la ricrescita del pascolo.

Grazie a microchip di riconoscimento è possibile controllare e seguire da vicino la crescita e la fase riproduttiva dei maiali che viene regolamentata e facilitata senza però forzare la loro natura. I piccoli, una volta nati, sono svezzati nella nursery e poco dopo un mese escono al pascolo. Le carni di Mora sono lavorate e stagionate dai norcini in un nuovo laboratorio specializzato delle Officine Gastronomiche Spadoni a Ponte Nono di Brisighella a pochi chilometri da Zattaglia.

 

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