Attenti ad un aspetto negativo che viene piuttosto trascurato. Dobbiamo reagire, come settore, ad una politica che praticamente in tutti i Paesi dell’Unione Europea, oggi, non mette più il bio al primo posto. L’esempio forse più evidente, ma non il solo, è il progetto Frutta nelle Scuole, nel cui bando non vengono assegnati più punti in caso di prodotto biologico (mentre fino a due anni fa proporre un prodotto biologico dava maggior punteggio all’operatore).
Se stiamo ai fatti, il trend che si fa largo a livello generale in Europa, è il venir meno di un supporto reale e concreto alla tanto chiacchierata transizione ecologica. La stessa Farm to Fork – per ora rimasta sulla carta e vedremo cosa realmente verrà messo a terra – si dovrebbe concentrare anche sull’incremento dei consumi e non solo sul sostegno alla produzione. Bisogna lavorare, investire sui consumi con l’indispensabile sostegno dell’Unione.
È vero che nelle mense pubbliche chiedono prodotto certificato ma non lo pagano abbastanza. Ormai è un canale di cui ci avvaliamo ma non ripaga né in Italia né all’estero.
Non tutto è negativo, per fortuna. Un esempio virtuoso a sostegno dei produttori è la recente iniziativa all’insegna del bio, finanziata dall’UE e gestita da BioFair Tiröl e Bioland tra Alto-Adige e Germania per portare il biologico nelle strutture ricettive con l’obiettivo di raggiungere una quota di bio nel piatto tra il 5 e il 10%. Un progetto iniziato da alcuni mesi che sta portando a un buon riscontro perché punta concretamente sul biologico e sulla regionalità.
Quello che intendo soprattutto sottolineare in questa puntata della mia column che Greenplanet ospita, è che dobbiamo chiedere e sostenere iniziative concrete e non lasciarci prendere dalle belle parole che il vento si porta via.
Gerhard Ebërhofer
Responsabile Bio VIP Val Venosta