Assobio, l’Associazione nazionale delle imprese di trasformazione e distribuzione dei prodotti bio, cui aderiscono 65 dei maggiori operatori italiani del settore, ha diffuso i dati di un campione di 23 imprese, che fotografano un ricavo 2015 da prodotti biologici di 603,5 milioni di euro.
Di questi, 67 milioni (11,1%) derivano da export (prevalentemente verso i Paesi dell’Unione Europea, ma anche verso Stati Uniti, Giappone, Svizzera), 121 milioni (20%) da vendite alle catene della grande distribuzione (a marchio proprio o a marchio privato), 336 milioni (55,7%) al canale della distribuzione specializzata (negozi biologici). Gli altri canali (ristorazione e industria) hanno generato 79 milioni (13,2). Il primo trimestre 2016 vede un totale vendite di 181,5 milioni, di cui 30 all’export (16,5%), 31 dovuti alle vendite ai supermercati (17,1), 94,5 agli specializzati (52,1) e 26 agli altri canali (14,3).
‘È presto per fare previsioni sull’anno in corso, il che non ci impedisce di valutare l’andamento con decisa soddisfazione: nel primo quadrimestre le vendite alla GDO registrano un aumento vicino al 20% e gli altri canali segnano incrementi sempre superiori al 10’, afferma Roberto Zanoni, presidente Assobio. ‘Quello che è certo è che nel 2015 le vendite di prodotti biologici delle 23 imprese del nostro campione è aumentato del 21,3%, quando la variazione dei prodotti alimentari nel complesso è inferiore al 3 per cento. L’anno trascorso ha confermato per l’ennesima volta come il consumatore stia cambiando e si orienti sempre più verso il biologico’.
Nel 2015 il numero di famiglie italiane che ha acquistato bio è aumentato di 2,5 milioni: ormai è il 69% a comprare questi beni, almeno occasionalmente. Sulle tavole del 27% delle famiglie i prodotti biologici entrano ogni giorno o quasi, su quelle del 42% almeno una volta alla settimana.