Sì al ‘decreto rotte’. E sul Giglio WWF critico

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La tragedia della Costa Concordia ha insegnato qualcosa. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini e il ministro dello Sviluppo Economico, delle Infrastrutture e dei Trasporti Corrado Passera hanno firmato un ‘decreto rotte’ per impedire alle grandi navi di avvicinarsi troppo alle coste.

Il decreto intende anche garantire – oltre alla sicurezza dei passeggeri – la salvaguardia delle aree costiere protette e delle zone ad alto valore paesaggistico. Con il decreto si fissano dei limiti al transito delle navi di grandi dimensioni ad esempio vicino alla laguna di Venezia o al Santuario dei cetacei nell’area tra l’Italia e la Francia.

Spiega il ministro Clini: ‘Nella laguna di Venezia, il decreto dispone il divieto di transito nel bacino di San Marco e nel canale della Giudecca per le navi superiori a 40 mila tonnellate. Per San Marco, il divieto scatterà non appena le autorità marittime avranno individuato vie alternative di transito. Inoltre, l’Autorità marittima, sentita l’Autorità portuale, definirà all’interno di tutte le acque lagunari la distanza minima di sicurezza per le navi, sempre sulla base della stazza lorda’.

Importanza viene inoltre data all’area del Santuario dei Cetacei, ‘zona di elevata fragilità ambientale: le navi infatti saranno tenute ad adottare sistemi di ritenuta del carico per garantirne la massima tenuta e stabilità, così da prevenire e impedire perdite accidentali’.

I limiti stabiliti dal decreto potranno comunque essere cambiati in base alle esigenze particolari nelle varie aree italiane, da parte dell’Autorità marittima, affinché venga garantita la sicurezza anche in relazione all’entrata e all’uscita delle navi dalle zone portuali. Le imbarcazioni superiori a 500 tonnellate non potranno avvicinarsi alle aree protette per più di due miglia di distanza.

Intanto al Giglio il Comune ha ricevuto le osservazioni del WWF Toscana in merito al Piano Strutturale adottato dall’amministrazione comunale in data 20 dicembre 2011, osservazioni che rilevano nel complesso la scarsa chiarezza degli elaborati progettuali, il sovradimensionamento, la previsione di interventi ad alto impatto ambientale, le carenze della valutazione ambientale strategica e della valutazione di incidenza sugli habitat sensibili.

Le osservazioni hanno rilevato in particolare che:

il dimensionamento del piano sembra contenere, senza valutarle, ingenti trasformazioni edilizie mutuate dal previgente PRG, sulle quali occorre fare chiarezza negli elaborati di piano;

viene previsto un incremento del 50% delle strutture ricettive, senza considerazione alcuna in merito agli effetti di questa scelta sul rischio geomorfologico e idraulico, sulla qualità urbana e sulla mobilità;

vengono previste residenze aggiuntive ipotizzando un aumento degli abitanti smentito dalle dinamiche demografiche, e peraltro senza alcuna norma che destini le nuove abitazioni ai residenti, evitando che si trasformino in residenze per vacanze (che già costituiscono quasi l’80% del patrimonio edilizio dell’Isola);

il Piano Strutturale intende promuovere trasformazioni di grande rilievo e incisività ambientale – ad esempio una teleferica tra Giglio Porto, Giglio Castello e Campese, il rafforzamento della portualità, tre nuove elisuperfici, l’ampliamento dell’area per insediamenti produttivi – senza che ne vengano esplicitati costi e motivazioni (quanto costerà la realizzazione e gestione della teleferica? Quali impatti sul paesaggio?) oppure l’utenza cui si rivolgono (a chi serviranno le tre eli-superfici, atteso che l’isola dispone già di eliporti? Chi si insedierà nelle nuove aree produttive?);

la valutazione d’incidenza non solo è incompleta e non risponde alla normativa europea, nazionale e regionale, ma “dimentica” di considerare gli effetti delle trasformazioni più rilevanti.

In definitiva, il Piano appare al WWF decisamente lontano dalle prospettive di tutela di territori e paesaggi in buona parte inseriti nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, ma anche contraddittorio con quel turismo sostenibile e di qualità che costituisce la principale risorsa per il futuro del Giglio e di Giannutri, come anche ribadito nelle parole del Ministro Clini, nell’incontro pubblico con la popolazione dell’Isola del Giglio lo scorso 1 Marzo: ‘L’isola è un patrimonio così raro – ha detto il ministro – impossibile da ricreare, qualora succedesse qualcosa di irreparabile. Per questo il ministero ha vigilato e vigilerà in futuro perché nulla, dal punto di vista socio-economico-ambientale venga danneggiato. Giglio diventi il fulcro di iniziative finalizzate alla valorizzazione delle peculiarità del territorio e rappresenti un progetto pilota nel Mediterraneo’.  



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