Sequestrate 1530 tonnellate di falso biologico

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Ci risiamo con il falso biologico d’importazione. Ancora una volta uno scandalo macchia la credibilità di un settore che di queste cose non ha proprio bisogno e che è fatto, per il 99 per cento e rotti, di persone oneste. Millecinquecento tonnellate di mais ucraino falsamente certificato come proveniente da agricoltura biologica e 30 tonnellate di soia indiana lavorata contenente in parte pesticidi, destinate all’industria dei mangimi, sono state sequestrate in diverse regioni italiane (Marche, Emilia Romagna, Sardegna, Molise e Abruzzo) dalla Guardia di finanza di Pesaro e dall’Ispettorato repressione frodi del ministero delle Politiche agricole impegnati nell’operazione ‘Green War’.

Ventitre le persone indagate (associazione a delinquere per la frode in commercio), che in caso di condanna rischiano severe pene detentive: coinvolte anche una decina di società, tra cui quelle moldave e ucraine che curavano l’approvvigionamento delle granaglie, e gli enti di certificazione e analisi dei prodotti, con sede a Fano e Sassari, di cui dovranno essere accertati ruolo e responsabilità.

Le indagini coordinate dalla procura della Repubblica di Pesaro hanno portato a numerose perquisizioni a carico di operatori del settore che importavano da Paesi terzi limitrofi all’Unione europea granaglie destinate al comparto zootecnico e, in taluni casi, all’alimentazione umana (in particolare soia, mais, grano tenero e lino) falsamente certificate come bio, in realtà non conformi alla normativa comunitaria e nazionale. In alcuni casi, le produzioni agricole certificate come biologiche erano di fatto ottenute con elevato contenuto di Organismi geneticamente modificati (Ogm) o contaminate da agenti chimici vietati nell’agricoltura biologica.

Secondo gli investigatori delle Fiamme gialle, l’illecito sistema si articolava su società nazionali che avevano la gestione finanziaria e il controllo di aziende operanti in Moldavia e Ucraina nonche’ degli organismi preposti alla certificazione dei prodotti. In particolare, le società nazionali, che avevano la gestione finanziaria e il controllo di aziende operanti in Moldavia e Ucraina, per sottrarsi al sistema di controlli, provvedevano allo sdoganamento delle merci a Malta, presso una società gestita da personale italiano, per poi destinarle in Italia. In un’occasione, i prodotti agricoli hanno viaggiato su gomma e sono transitati presso la dogana di Trieste-Fernetti.

Il ministro dell’Agricoltura Mario Catania ha dichiarato: ‘Esprimo tutto il mio apprezzamento per l’operazione congiunta condotta dall’Ispettorato Centrale della Tutela della qualità e repressioni frodi dei prodotti agroalimentari e dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Pesaro. Le sinergie che si sviluppano da tali forme di collaborazione assicurano, ancora una volta, la più ampia tutela del consumatore e degli operatori e la difesa dell’interno comparto agroalimentare. Deve essere una assoluta priorità contrastare tali fenomeni di illegalità che vanno a minare un settore fondamentale per l’economia del nostro Paese’.

©GreenPlanet.net

 

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