Il biologico e l’innovazione nel DNA aziendale e un catalogo commerciale in continua crescita. Ecco il presente di Sarchio, azienda nata nel 1982 come marchio di tutela della salute dell’uomo, dell’ambiente e del buongusto proponendo alimenti naturali preparati, senza additivi chimici, coloranti e conservanti. Abbiamo intervistato Cesare Roberto, amministratore unico di Sarchio.
– Quando, come e perché nasce la storia di Sarchio? Da che esigenza? Per iniziativa di chi?
“Sarchio nasce ormai 40 anni fa, dall’intuizione di 4 soci pionieri che hanno visto, agli albori del biologico, un’opportunità per coniugare un’alimentazione pulita e il rispetto per l’ambiente. Siamo nati, quindi, con questa convinzione nel nostro DNA, prima ancora che venissero creati gli enti certificatori e ideati i protocolli legati del Biologico. Per questa ragione, all’inizio è stato veramente complicato coniugare le esigenze di realizzare un alimento biologico, senza parametri di riferimento e di indirizzo”.
– Quali le prospettive di mercato che vi siete posti ad inizio attività?
“Siamo partiti da zero, in un mercato che praticamente non esisteva, e quindi all’inizio il desiderio era che venisse riconosciuto questo sforzo. Abbiamo contribuito alla nascita e all’istituzione di enti di certificazione, come il CCPB, affinché non fossimo solo noi a dire che i nostri alimenti fossero puliti, biologici, ma anche gli enti preposti alla garanzia e al tracciamento”.
– Cosa ricomprende il vostro catalogo commerciale biologico?
“Nel tempo il nostro catalogo commerciale è stato interessato da un’evoluzione importante. Con i presupposti di inizio attività, era utopico parlare di linee produttive. Di fatto, siamo nati come azienda commerciale. Poi, in itinere, abbiamo rivisto questo concetto. Oggi, infatti, abbiamo una proposta che si aggira attorno ai 150 articoli. L’80% di questi è realizzato in autoproduzione. Abbiamo ora attive una serie di linee produttive che, per citarne alcune, spaziano dai prodotti da forno, al cioccolato, passando per gallette di riso, di cereali, le barrette, gli snack dolci. Siamo molto trasversali nella proposta di prodotti”.
– Quali sono state le tappe cruciali che vi hanno condotto al raggiungimento di questi risultati di questi anni?
“Le ricondurrei a tre momenti. Innanzitutto l’essere stati tra i primi che si sono dedicati a questa tipologia di agricoltura. Il passaggio da azienda commerciale a produttiva. E il fatto che il mercato del biologico sia un mercato fortemente riconosciuto da cui tutti stanno traendo ispirazione. Un consumatore quando va al supermercato non dovrebbe scegliere tra un prodotto biologico e non biologico”.
– Quali sono i vostri canali di vendita?
“Prevalentemente la GDO. Seguiamo anche il canale delle farmacie, infatti tanti dei nostri prodotti oltre ad essere BIO sono anche senza glutine, notificati dal Ministero della Salute e quindi idonei per i celiaci. Poi abbiamo una percentuale di prodotti esportati all’estero a macchia di leopardo. Le aree prevalentemente coperte sono quelle europee e mediorientali”.
– Avete risentito del Covid?
“Tutto sommato no perché, essendo azienda alimentare non abbiamo interrotto le nostre produzioni. Devo riconoscere a tutto il personale dell’azienda che si è messo molto in discussione per proseguire con il lavoro in momenti in cui di chiaro e di certo c’era poco. A livello di vendite l’anno scorso è stato in linea con l’anno precedente”.
– Come vedete gli sviluppi del mercato del Biologico più in generale?
“Provando ad adottare uno sguardo a lungo termine: il mercato del bio è presente sugli scaffali e nelle proposte alimentari da molto tempo e cresce, però le quote di consumo non sono ancora così rilevanti. È un settore che di anno in anno porta crescita anche spesso in doppia cifra. Ci auguriamo che in futuro il consumatore non debba più scegliere tra prodotti con pesticidi o prodotti puliti. Il desiderio è che nel futuro nella GDO tutti i prodotti provengano da agricoltura biologica”.
– Quali sono i vostri obiettivi futuri? Avete progetti in cantiere?
“Sarchio ha nel suo DNA l’innovazione. Abbiamo preparato il lancio a settembre di 15 nuove referenze. Andremo, inoltre, ad ampliare gli spazi interni produttivi e logistici. Una cosa che desidero sottolineare è che, da due anni a questa parte, stiamo lavorando per arrivare quanto più possibile al “concetto 100” della sostenibilità del prodotto. Lavoriamo da sempre sulla qualità e sulla garanzia del biologico. Ora stiamo lavorando alle confezioni degli alimenti. Siamo arrivati all’obiettivo dell’abbandono dell’involucro plastico che sarà sostituito con alternative biodegradabili o riciclabili nella carta. È un impegno importante che abbiamo assunto per assicurare un minor impatto sull’ambiente e garantire che i nostri prodotti siano totalmente sostenibili. È il coronamento di una serie di investimenti e attenzioni che comprendono la scelta degli impianti, del metodo produttivo e dei materiali per il pack”.
Stefania Tessari