Nonostante le previsioni infauste per l’intero comparto melicolo, allo stand di Bio Val Venosta al SANA di Bologna il clima è sereno e fiducioso. ‘Le previsioni parlano di un calo della produzione di mele biologiche a marchio Bio Val Venosta del 5% rispetto al 2016, annata che aveva già visto una produzione al 70% sull’anno precedente. A questo punto è chiaro che il nostro obiettivo di coprire il mercato per 12 mesi non potrà essere raggiunto, ma dal 2018 siamo sicuri che accadrà’, confida a Green Planet Gerhard Eberhöfer, responsabile delle vendite area Bio Val Venosta.
I numeri sono dalla sua parte: ad oggi 540 dei 5.100 ettari di frutteti coltivati dai soci produttori VIP Val Venosta sono dedicati al biologico, nel 2018 entreranno in produzione ulteriori 100 ettari, nel 2019 altri 150, mentre nel 2020 i meleti certificati si estenderanno complessivamente per 910 ettari, con una resa compresa tra le 40 e le 50 tonnellate. ‘Ciò significa che si avranno volumi in grado di soddisfare ampiamente la domanda interna con una fornitura continua per 12 mesi all’anno’.
Tornando al 2017, sono da pochi giorni sul mercato le mele Gala. ‘I quantitativi attesi per questa varietà – spiega Eberhöfer – sono simili a quelli dello scorso anno. Il motivo è semplice: la Gala, tipicamente la varietà più prodotta in Val Venosta, viene coltivata nei meleti a valle, ovvero quelli più protetti dalle intemperie. Al contrario di altre varietà, per cui si prevedono cali significativi dei raccolti, le Gala bio si sono salvate maggiormente’.
Nonostante la contrazione dei volumi prevista lasci l’amaro in bocca, la qualità delle mele rasserena il manager. ‘Al di là dell’aspetto, la qualità dei frutti è buona. Il caldo dei mesi estivi ha contribuito ad elevarne il grado zuccherino; le escursioni termiche delle ultime settimane hanno perfezionato colorazione e croccantezza’.
L’incognita rispetto alla risposta del mercato all’attuale situazione desta però qualche preoccupazione. ‘Non so predire il comportamento dei consumatori di fronte all’offerta di quest’anno. La mancanza di prodotto ci impedirà di fare promozione sui prezzi, che in generale si manterranno tra il 10 e il 15% superiori rispetto allo scorso anno. Probabilmente c’è da aspettarsi un possibile calo della domanda, ma non bisogna dimenticare che anche il prodotto convenzionale quest’anno subirà un incremento dei prezzi lasciando il margine tra le due proposte sostanzialmente invariato’.
Nonostante tutto Eberhöfer tiene a rassicurare i clienti italiani: ‘Il mercato interno – dichiara – resta per noi la priorità. Il nostro compito in annate come questa è cercare di soddisfare i nostri partner commerciali più affidabili. Lo scorso anno – specifica –, sebbene la perdita del raccolto sia stata del 33%, le vendite sul mercato nazionale hanno subito un calo davvero ridotto’.
Effettivamente l’export ha un ruolo importante nell’attività di Bio Val Venosta, ma il mercato italiano resta quello di riferimento con il 35% della quota assorbita, seguito dai Paesi Scandinavi (Norvegia, Svezia, Finlandia e Danimarca) con il 30% e, con quote inferiori, da Germania, Regno Unito, Spagna, Grecia, Israele e Emirati Arabi. ‘Nel prossimo futuro – svela il manager – l’obiettivo è il Brasile’.
Sotto il profilo varietale si punta su Ambrosia, Bonita e Natyra: ‘In Piemonte, altra sola regione in Italia dove si producono le mele Ambrosia, non ci sono produzioni biologiche di questa varietà; per questo motivo pensiamo possano esserci buone opportunità, anche se la strada è ancora molto lunga. La Natyra purtroppo è ‘difficile’ in termini produttivi, quindi temo che, nonostante le sue qualità organolettiche eccezionali, non si raggiungeranno a breve quantitativi significativi. La Bonita Bio è quella su cui riponiamo le maggiori aspettative. Attualmente la produzione si aggira tra i 50 e i 60 tons ma in 2 o 3 anni si supereranno le 500 tonnellate poiché entreranno in piena produzione oltre 100 mila nuovi alberi’.
Per VIP Val Venosta la produzione biologica sta assumendo un ruolo sempre più strategico ai fini commerciali. Oltre alle mele, da luglio a ottobre è disponibile sul mercato un’intera linea di ortaggi a marchio Bio Val Venosta che comprende cavolfiore, sedano, porro, rapa rossa e patate (quest’ultime in raccolta fino a marzo). ‘Ad oggi il fatturato generato dalla produzione biologica rappresenta tra l’8 e il 9% del totale VIP Val Venosta, grazie all’11% degli ettari dedicati, ma presto tale percentuale potrebbe raggiungere il 15% grazie alle riconversioni dei terreni in atto’, conclude Eberhöfer.
Chiara Brandi