Rischia di diventare un bluff gigantesco l’Expo 2015 in calendario dal 1° maggio al 31 ottobre 2015 a Milano. E’ curioso che tutti parlino di ritardi, di soldi che mancano per continuare i lavori, che di tutto si parli tranne che dell’unica cosa che dovrebbe interessare: i contenuti.
Perché il vero grande bluff potrebbero essere proprio i contenuti, così trascurati, nel senso che non c’è dibattito aperto, confronto di idee su temi che, in teoria, ci interessano moltissimo: come la sicurezza alimentare, il bio-Mediterraneo, la sostenibilità alimentare del pianeta, le energie rinnovabili.
Temi che sono i nostri temi, che qualcuno, siamo certi, sta portando avanti, ma nel chiuso di alcune stanze (alcune forse è diminutivo, ci rendiamo conto) dove ognuno si tiene bene stretta la propria fetta di torta. Insomma, l’Expo è considerata e vissuta, soprattutto, in questa Italia del resto in crisi nera, come un affare, qualcosa che tira su le finanze (non di tutti, di qualcuno).
L’operazione edilizia è gigantesca, faraonica: ci chiediamo, ma ce n’era bisogno?
Non era più intelligente, più originale, più sostenibile, trovare soluzioni diverse, di recupero urbanistico in una Milano già così squassata dall”immobiliarismo’ rampante e dal degrado di alcuni quartieri?
No, si lavora e si lavorerà su un sito espositivo di un milione e 100 mila metriquadri e per andare avanti, in questa Italia che ha bisogno di tutto tranne che di un faraonico baraccone, servono la bellezza di 963 milioni di euro che il settore pubblico non sa ancora bene come tirare fuori.
Oscurantismo il nostro? Non ci arriviamo a capire? E’ lì il progresso, l’occasione di sviluppo? Vorremmo sbargliarci, vorremmo che fosse così ma temiamo di avere ragione. L’Expo-bluff, l’Expo-faraonico-inutile-baraccone, è purtroppo dietro l’angolo.
Antonio Felice
editor@greenplanet.net