Che cosa significa biodegradabile? Abbiamo visto, in una precedente notizia, quanto tempo impieghino i diversi materiali per dissolversi in natura: si va da alcune settimane ad alcuni anni. Vediamo ora come, parlando in particolare dei detersivi, in effetti esistano diversi tipi di biodegradabilità.
Esiste, innanzitutto, una biodegradabilità aerobica primaria. Si tratta della trasformazione di un tensioattivo da parte di microrganismi in condizioni aerobiche, ossia in presenza di ossigeno. Si tratta di una prima rottura delle molecole ma non della loro completa degradazione. Questa è anche la biodegradabilità considerata nel DL 136 del 26/4/1983, ormai non più in vigore, a cui faceva riferimento la dichiarazione ‘biodegradabile oltre il 90%’ riportata in etichetta dai detersivi. Un detersivo che soddisfi questo criterio non può essere comunque considerato ecologico.
Vi è poi la biodegradabilità aerobica totale. E’ il livello di biodegradazione ottenuto quando un tensioattivo viene eliminato completamente dai microrganismi in presenza di ossigeno che ne provocano la scomposizione in biossido di carbonio, acqua e sali minerali di qualsiasi altro elemento presente. E’ considerata soddisfacente ‘se il livello di biodegradabilità (mineralizzazione) misurato è almeno del 60 % entro un termine di ventotto giorni’ (Reg.CEE 648/04). E tuttavia, i detersivi che soddisfino questo criterio non possono ancora essere considerati ecologici.
Infine esiste la biodegradabilità anaerobica. Un detergente che voglia andare oltre i criteri di biodegradabilità previsti dalla normativa generale e che voglia seguire le prescrizioni previste in materia da Ecolabel (marchio europeo di qualità ecologica) dovrà soddisfare anche questo criterio di biodegradabilità. ‘Tutte le sostanze tensioattive utilizzate nel prodotto devono essere biodegradabili in condizioni anaerobiche’. In sostanza, un detersivo deve essere in grado di biodegradarsi anche una volta raggiunti i fanghi del letto di un fiume o di un lago. Appunto ambienti anaerobici, dove non c’è ossigeno. A questo punto – finalmente – un prodotto può essere considerato ecologico per la normativa europea Ecolabel.
Questo criterio è stato fatto proprio anche dal disciplinare ICEA sulla detergenza eco biologica. ICEA considera anche altri fattori, come quello del calcolo della tossicità di un prodotto per gli organismi acquatici.
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