Puglia, nata la prima filiera tracciabile del cotone biologico

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L’idea imprenditoriale è di Pietro Gentile e Michele Steduto. Tutto nasce nel 2019 quando i due imprenditori di San Marco in Lamis, provenienti da realtà lavorative differenti, decidono di entrare nel mondo dell’abbigliamento e di produrre camicie di alta sartoria.

Si tratta di un’attività pionieristica sul Gargano, tanto più se si decide di produrre anche le materie prime, quel cotone che in Italia nessuno coltiva ma che all’estero rappresenta una buona fonte di reddito. Gentile e Steduto si procurano i semi e avviano una coltivazione sperimentale su 3 ettari di terreno tra San Marco in Lamis e San Severo: le loro camicie Gest — questo l’acronimo che dà nome all’azienda iniziano a piacere a chi le indossa.

Settembre 2020 rappresenta per i due imprenditori il mese della svolta, quando entrano in contatto con il gruppo Albini, che dalla provincia di Bergamo fornisce di tessuti le più grandi case di moda italiane e internazionali. L’ intesa è quella di incominciare una sperimentazione ancor più ampia insieme e di riportare la produzione di cotone nella Penisola: in Puglia, dopo circa 70 anni, avrebbero prodotto il primo cotone biologico italiano, scientificamente tracciabile.

La joint venture con Albini è vincente sin da subito: dal 2020, grazie anche alla Gest, il gruppo bergamasco passa da una vendita del 5% di organico al 30% nel 2021 e al 35% nel 2022. La filiera è tracciabile dalla semina alla tessitura: la coltivazione avviene in Capitanata, con la parte logistica a San Marco in Lamis, la ginnatura (cioè la separazione delle fibre dai semi) viene fatta in Grecia, ma si sta lavorando per portarla in Puglia. Le balle di cotone da 220 chilogrammi tornano in Italia e la tessitura avviene ad Albino, in provincia di Bergamo.

“Quest’anno — hanno dichiarato Steduto e Gentile — si coltiveranno ben 100 ettari di cotone in Capitanata e stiamo pensando di realizzare un impianto di prima lavorazione per chiudere tutto il percorso italiano senza spostare neanche un grammo di cotone. Questo significa posti di lavoro. Vogliamo che le camicie, le polo e le t-shirt Gest non rappresentino solo un brand, ma una bella storia imprenditoriale del Sud”. L’idea di Gest si sta sviluppando in un momento in cui i prezzi del grano sono di colpo crollati e quindi produrre cotone potrebbe essere un incentivo per gli agricoltori locali: “Ai nostri associati paghiamo 100 euro al quintale per il cotone organico. Ogni ettaro coltivato a grano produrrebbe lo stesso quantitativo di cotone, solo che oggi il grano viene pagato meno di 45 euro al quintale. Fare i calcoli è abbastanza semplice”.

Fonte: Corriere della Sera

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