Processo sui pesticidi in Alto Adige: vittoria per Bär e gli animalisti

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Venerdì 06 maggio, durante il processo sui pesticidi altoatesino, il tribunale di Bolzano ha assolto Karl Bär da ogni accusa. Dopo che, già a gennaio di quest’anno, tutte le querele a carico dell’agronomo erano state ritirate, nella giornata di venerdì la procura di Bolzano ha chiesto la modifica dell’imputazione facendo così decadere l’accusa pendente di contraffazione del marchio che avrebbe dovuto essere dibattuta durante l’udienza. Karl Bär e l’Umweltinstitut München vengono perciò prosciolti. Per gli ambientalisti tale verdetto rappresenta un’importante vittoria in difesa del diritto alla libertà d’espressione.

Il processo contro Karl Bär si riferisce alla campagna lanciata dall’Umweltinstitut München nell’estate 2017 dal titolo “Pestizidtirol”, finalizzata a sensibilizzare l’opinione pubblica sul largo impiego di pesticidi in Alto Adige/Südtirol, e al manifesto di denuncia esposto sempre nel 2017 nella fermata della metropolitana di Monaco di Baviera che riprendeva, in chiave satirica, una campagna turistica provinciale. Sito web e manifesto avevano lo scopo di evidenziare l’elevato utilizzo dei pesticidi nella nota provincia turistica. Nonostante sia dimostrato che nei meleti altoatesini vengano applicate grandi quantità di pesticidi, dannosi per l’ambiente e la salute, Bär è a processo a Bolzano da settembre 2020 per il testo pubblicato sul sito web.

“Sui pesticidi l’Alto Adige/Südtirol ha un problema: l’elevato impiego di sostanze chimiche in melicoltura danneggia l’ambiente e le persone che vivono nelle aree circostanti. Il tentativo della Giunta provinciale di silenziare tramite vie legali le critiche all’uso dei pesticidi è fallito. La sentenza di oggi è un atto rivoluzionario per tutte le persone che, in Europa, sono in prima linea nella difesa della natura e della salute dell’ambiente” – ha commentato così il suo proscioglimento presso il tribunale di Bolzano Karl Bär, attualmente in congedo dal suo ruolo di referente dell’Umweltinstitut München in quanto membro del Bundestag tedesco.

La corte ha prosciolto Bär dopo che, a seguito della forte pressione pubblica internazionale, tutti i 1376 querelanti coinvolti hanno ritirato le proprie accuse. L’accusa di contraffazione del marchio, in quanto reato perseguibile d’ufficio, sarebbe rimasta in piedi ugualmente, anche dopo il ritiro di tutte le querele in essere. Nonostante ciò, in occasione dell’udienza di oggi, il pubblico ministero ha richiesto la modifica dell’imputazione, che da contraffazione del marchio è stata convertita in diffamazione, portando così all’immediato proscioglimento di Bär. Motivazione per il proscioglimento: improcedibilità dell‘azione penale. Dopo oltre due anni di indagini e 20 mesi di processo si conclude una delle cause intimidatorie, contro un’organizzazione ambientalista, più clamorose in Europa.

“A ottobre 2020 il Consiglio d’Europa aveva definito il processo altoatesino a carico del mio cliente un’azione legale strategica e quindi un vero e proprio attacco alla libertà d’espressione. Oggi possiamo dire di aver avuto la conferma di quanto questo fosse vero anche in tribunale” – ha commentato l’avvocato Nicola Canestrini che, insieme all’avvocata Francesca Cancellaro, rappresenta Karl Bär. “Questo verdetto deve essere un promemoria per tutte le realtà e i soggetti di potere: devono smetterla di utilizzare il sistema giudiziario in modo abusivo per intimidire le voci critiche attraverso processi lunghi ed esosi”- ha concluso Canestrini.

“Dove non c’è querelante, non c’è giudice: il ritiro di tutte le 1376 querele ha dimostrato che la pressione pubblica è il miglior strumento di difesa dalle cause strategiche, purché non ci sia una tutela legale contro di esse” – ha spiegato Fabian Holzheid, referente politico del Umweltinstitut München. “Il nostro grazie va a tutti coloro che ci hanno sostenuto in questo processo con energia, solidarietà e denaro. Il nostro lavoro contro i pesticidi pericolosi continua fuori dall’aula di tribunale” – ha dichiarato Holzheid.

Nel 2017 Karl Bär, all’epoca dipendente dell’Umweltinstitut München, è stato accusato di diffamazione e contraffazione del marchio dall’assessore provinciale altoatesino Arnold Schuler e da oltre 1370 agricoltori locali per la sua azione di sensibilizzazione rispetto all’elevato impiego di pesticidi nei meleti dell’Alto Adige/Südtirol. Dopo le rimostranze dell’opinione pubblica, sorte in Europa, tutti i querelanti hanno ritirato le proprie accuse a carico dell’agronomo tedesco che, nel frattempo, è stato eletto membro del Bundestag. Con la modifica dell’atto di imputazione, il tribunale di Bolzano si è subito pronunciato a favore di Bär. Questo perché nei processi per presunta diffamazione un ritiro di tutte le accuse porta a un proscioglimento immediato, a differenza delle contraffazioni legate ai marchi che sono perseguibili come reato d’ufficio nonostante l’assenza di querele.

La sentenza per Bär arriva a pochi giorni dalla presentazione, da parte della Commissione UE, di un’iniziativa anti SLAPP il cui focus è una direttiva europea di contrasto alle cause legali strategiche contro la pubblica partecipazione. Il numero delle persone e delle organizzazioni colpite da cause SLAPP nell’Unione europea è in costante aumento, come dimostra un’ampia indagine condotta dalla Coalizione contro le SLAPP in Europa (CASE). Le SLAPP sono azioni legali abusive o infondate, sono minacce di possibili cause legali volte a fermare le azioni di partecipazione pubblica come quelle legate all’informazione giornalistica, alle proteste pacifiche, ai boicottaggi, all’impegno delle comunità e al whistleblowing. Dall’avvio del processo altoatesino l’Umweltinstitut München, in qualità di membro dell’alleanza CASE, è in prima linea a livello europeo contro le cause intimidatorie.

Ora l’Umweltinstitut München porterà avanti il dibattito sui pesticidi fuori dall’aula di tribunale. L’istituto ambientalista sta attualmente esaminando i registri di circa 1200 agricoltori che, a inizio processo, avevano fatto causa a Karl Bär. Tale documentazione era stata sequestrata, su richiesta della procura, in qualità di prova durante il processo. I registri contengono informazioni su quali e quanti pesticidi sono stati utilizzati dalle aziende nel 2017. I risultati di tale studio saranno presentati e discussi in un evento pubblico con i rappresentanti dell’industria frutticola altoatesina.

Fonte: Ufficio stampa Umweltinstitut München 

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