A partire dal 2024 comincerà ad apparire sulle confezioni dei prodotti alimentari la nuova etichetta “Positive food”. Non si tratta solo di una nuova certificazione volontaria, ma di uno strumento messo a disposizione dei consumatori per renderli più consapevoli della sostenibilità degli alimenti che acquistano.
Il progetto è stato ideato dall’associazione Milan Center for Food Law and Policy ed è stato sviluppato con il supporto scientifico dell’Università degli Studi di Milano e in collaborazione con la Struttura di missione anniversari nazionali ed eventi sportivi nazionali e internazionali – Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L’elemento innovativo di Positive Food è il fatto di basarsi su diversi fattori e di fornire al consumatore precise informazioni sul prodotto. Viene infatti elaborata partendo da quattro indici:
• Ambiente – Comprende i parametri di tipo ambientale, per esempio influenza sul cambiamento climatico, sull’uso di suolo, risorse minerarie, energetiche, idriche, impronta di carbonio….
• Persone – Si basa sugli elementi di sostenibilità economica e sociale: la retribuzione dei dipendenti, l’inclusività, la parità di genere…
• Filiera – Considera aspetti come i rapporti con i fornitori e il territorio, la circolarità…
• Nutrienti – Valuta le informazioni nutrizionali più rilevanti.
Per ognuna di queste categorie, l’etichetta indica un punteggio da 1 a 5, sulla base delle valutazioni assegnate ai parametri presi in esame. Tali parametri variano in funzione dei comparti. Per esempio, nella filiera del latte sono stati considerati come parametri dell’indice nutrizionale il contenuto di calcio, di sale e il rapporto tra proteine e grassi, parametri che potrebbero non essere i migliori per valutare un prodotto ortofrutticolo biologico.
Sull’etichetta appare poi un punteggio globale, riassuntivo, derivante dalla media dei 4 singoli punteggi e un QR code rimanda a una pagina web in cui i cittadini più attenti possono trovare maggiori informazioni sul prodotto e sulla sua filiera.
Pier Filippo Giuggioli, docente presso il Dipartimento di Diritto Pubblico Italiano e Sovranazionale dell’Università degli Studi di Milano e responsabile del progetto per il Milan Center for Food Law and Policy commenta a proposito del progetto: “Siamo orgogliosi di presentare il progetto Positive Food, il nuovo sistema di etichettatura sostenibile che permette a noi e ai consumatori di fare un grande passo avanti nel mondo della nutrizione. Il Centro si impegna per certificare con credibilità ogni prodotto che viene offerto al consumatore, rendendo quest’ultimo il più informato possibile. Siamo sicuri questo sia solo l’inizio di una rivoluzione dell’educazione alimentare”.
Per strutturare gli indici hanno lavorato più team interdisciplinari di ricerca dell’Università Statale di Milano, coordinati dai docenti Stefano Corsi, Riccardo Guidetti, Daniela Martini e Patrizia Riso. Questa etichetta non sostituisce la altre certificazioni presenti sui prodotti (tra cui quella relativa al biologico), ma le integra fornendo ulteriori strumenti di valutazione dei prodotti.
Pur non essendo specifica per i prodotti biologici, può essere applicabile anche in questo ambito, anzi può essere uno strumento utile per far capire ai cittadini in che misura la scelta di operare in regime biologico può influenzare la sostenibilità di un alimento rispetto a un analogo convenzionale.
Per esempio, dal confronto di due referenze di latte parzialmente scremato, di cui uno convenzionale e l’altro biologico, utilizzati come caso studio nell’elaborazione dell’etichetta Positive Food, quello biologico ha ottenuto un punteggio più alto, grazie soprattutto agli indicatori ambientali e di filiera.
“L’etichetta Positive Food – commenta Stefano Corsi, coordinatore scientifico del progetto Positive Food e docente presso il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali – Produzione, Territorio, Agroenergia dell’Università degli Studi di Milano – oltre a essere uno strumento che permette di informare i consumatori, è anche un parametro che può aiutare le aziende in un percorso virtuoso. Identificando infatti gli aspetti su cui sono più carenti possono avere uno stimolo per migliorarsi”.
Il progetto Positive Food è in fase di lancio e sono in corso contatti con diverse categorie food per portare questa etichetta su numerosi alimenti già dal prossimo anno.
Elena Consonni