Secondo YouGov Shopper, nel 2024 oltre 15 milioni di famiglie italiane hanno acquistato prodotti a base vegetale, con una penetrazione del 59,3% sul totale nazionale. Numeri che fotografano una tendenza ormai strutturale e in linea con gli obiettivi della transizione ecologica.
L’Europa vota il divieto di “meat sounding”
Con 355 voti favorevoli e 247 contrari, la plenaria del Parlamento europeo ha approvato un emendamento proposto dal gruppo dei Popolari che vieta l’utilizzo di termini come burger, hamburger o polpette per descrivere prodotti a base vegetale. Dal 2028, al termine dell’iter normativo, le aziende del settore non potranno più usare tali denominazioni in etichetta. Sono 28 le voci inserite nella “black list”.
“È assai singolare – commenta Massimo Santinelli, fondatore e amministratore delegato di Biolab – che mentre si parla di transizione ecologica e di comportamenti alimentari più sostenibili, l’Europa scelga di penalizzare un comparto che offre un’alternativa concreta al consumo di proteine animali.”
Un comparto che genera economia
Il mercato del plant based non è solo in crescita, ma sta anche costruendo un’economia solida lungo l’intera filiera. Secondo l’analisi di Circana elaborata dal Good Food Institute Europe, le cinque principali categorie di prodotti vegetali sostituti della carne, latte, formaggi, yogurt e panna – hanno raggiunto nel 2024 un valore complessivo di 639 milioni di euro, con una crescita del 6,9% in due anni.
Il latte vegetale rappresenta ancora la quota maggiore (50,7% del mercato), ma cresce rapidamente anche il comparto dei sostituti della carne, che nel 2024 ha toccato 228 milioni di euro, segnando un incremento del 29,5% rispetto al 2022.
Il caso Biolab
La storia di Biolab riflette perfettamente questa dinamica positiva. Nata nel 1991 come laboratorio artigianale, l’azienda è oggi tra i leader italiani nel settore biologico e plant based. Sei anni fa fatturava 8 milioni di euro; chiuderà il 2025 a 26 milioni. Un risultato ottenuto grazie a investimenti costanti in Ricerca e Sviluppo e all’ampliamento della gamma – dal tofu al seitan e tempeh, fino a affettati, gastronomia e alternative vegetali al pesce.
Con il supporto di FVS, Biolab punta ora a sviluppare nuovi prodotti e a consolidare la propria presenza commerciale in Italia e all’estero.
“L’azienda gode di buona salute – spiega Santinelli – e vista la crescita a doppia cifra del mercato plant based, abbiamo scelto di aprire ai fondi di investimento. In FVS abbiamo trovato un partner capace di accompagnarci in una fase di sviluppo industriale più ampia.”
Un cambiamento culturale in atto
I dati sui consumi confermano che il cambiamento è già in corso. L’indagine del CREA (2023) mostra che il 51% degli italiani ha ridotto il consumo di carne per motivi ambientali e l’11% non la consuma affatto. Secondo il progetto europeo SMART Protein, nel 2024 il 59% degli italiani ha limitato l’assunzione di carne animale, soprattutto per ragioni di salute e tutela ambientale – la percentuale più alta tra i paesi europei
“I consumatori italiani sono più avanti della politica – conclude Santinelli – e sempre più consapevoli dell’impatto delle proprie scelte alimentari su ambiente, clima e salute. Ci auguriamo che l’Europa sappia mantenere coerenza con gli obiettivi di transizione sostenibile e benessere animale, riconoscendo al plant based il ruolo che merita.”
Biolab in breve
Biolab è oggi al terzo posto in Italia per la produzione di alimenti biologici, vegetariani e plant based. Con tre stabilimenti a Gorizia e uno a San Daniele del Friuli (acquisito nel 2025 dal salumificio Brendolan), impiega 150 dipendenti e ha chiuso il 2024 con un fatturato di 22 milioni di euro.
La Redazione