L’USDA, il Dipartimento dell’Agricoltura americano, ha divulgato nuovi dati sul biologico che confermano la crescita continua del settore. Oltre 25 mila le aziende certificate in più di 120 Paesi del mondo. Negli States, nel solo 2013, sono stati 736 i nuovi produttori ad ottenere la certificazione, con una crescita del 4,2% rispetto all’anno precedente. A dicembre scorso sono così salite a 18.513 le aziende bio certificate sul territorio americano. Si tratta di una crescita pari al 245% dal 2002.
Nell’ultimo decennio, la domanda di prodotti bio da parte dei consumatori è salita a livelli esponenziali. Secondo Tom Vilsack, segretario all’Agricoltura, il biologico rappresenta un imperdibile opportunità economica per gli agricoltori e le comunità rurali.
Le vendite al dettaglio nel 2013 hanno toccato un valore complessivo di 35 miliardi di dollari. Con il piano governativo Farm Bill 2014 l’USDA prevede di migliorare il proprio impegno per supportare i produttori e le piccole aziende, in modo da espandere il mercato del biologico e da permetterne la continua crescita. L’USDA ha firmato accordi commerciali per la vendita dei prodotti bio targati US, con Canada, Unione Europea e Giappone.
L’USDA sta sostenendo gli investimenti per la ricerca in agricoltura biologica, soprattutto sul fronte della lotta alle epidemie.
Uno sguardo agli investimenti previsti a sostegno del biologico nel corso di quest’anno la dice lunga sull’impegno degli USA per il settore: 20 milioni di dollari da dedicare alla ricerca nel bio e ai programmi per l’agricoltura sostenibile, 5 milioni di dollari per la raccolta di dati sull’agricoltura biologica per orientare meglio investimenti e azioni di marketing, 11,5 milioni per supportare gli agricoltori nella richiesta delle certificazioni, 5 milioni per implementare gli strumenti tecnologici lungo la filiera produttiva.
L’USDA inoltre coprirà il 75% annuo dei costi di certificazione di allevatori e agricoltori biologici.
In sintesi, si vuol trasformare il bio in una ‘macchina da guerra’ dell’agricoltura americana. I produttori europei del biologico opereranno in condizioni di assoluto svantaggio nei confronti dei loro colleghi americani e questo dovrebbe fare molto riflettere l’UE, che di parole a favore del bio ne spende parecchie ma non altrettanto si impegna in azioni concrete, il che favorisce incomprensioni che fanno male al settore, come il dibattito in corso in Europa e in Italia sulla certificazione.