Il 14 novembre 2023, a Roma, si è tenuto l’evento di presentazione della terza edizione dell’Osservatorio Agrofarma, realizzato dalla stessa associazione socia di Federchimica in collaborazione con Areté, società indipendente di ricerca responsabile scientifica del report.
“I numeri raccolti dall’Osservatorio Agrofarma – ha dichiarato Paolo Tassani, presidente di Agrofarma – confermano il percorso virtuoso dell’agricoltura italiana, volto alla razionalizzazione delle risorse e all’adozione di soluzioni sempre più orientate alla sostenibilità. Con questo progetto vogliamo superare e contrastare la logica che associa l’utilizzo della chimica in agricoltura a pratiche negative per l’ambiente, fornendo una rappresentazione corretta del nostro comparto lontana da falsi miti e fake news che non rappresentano quello che è l’impegno reale e quotidiano di tutti gli operatori del settore”.
“L’impatto del settore agricolo sull’ambiente sta migliorando secondo i dati del settore. Abbiamo analizzato l’evoluzione delle vendite degli agrofarmaci che segna una diminuzione dei volumi dei prodotti venduti ma raddoppiano i principi attivi negli ultimi dieci anni dei prodotti di tipo biologico“. Specifica Enrica Gentile, CEO & founder Areté srl, illustrando i dati.
L’Italia conferma la propria leadership in termini di sicurezza alimentare, con il 99,5% dei campioni con residui al di sotto dei limiti di legge. Il settore agricolo, inoltre, continua a ridurre l’utilizzo di energia e le sue emissioni, inclusi i gas ad effetto serra, utilizzando gli agrofarmaci in maniera sempre più ottimizzata, come confermano le vendite degli ultimi 10 anni diminuite del 14%.
Al contempo, gli agrofarmaci di origine biologica hanno visto una crescita del 94% tra il triennio 2020-2022 e quello 2011-2013. Inoltre, c’è stata una riduzione delle vendite di sostanze attive a rischio elevato (Gruppi 2-4) rispetto alla media UE, mentre sono aumentate oltre la media le vendite di sostanze a basso rischio.
Sorprende anche il fatto che delle circa quattrocento sostanze attive autorizzate/rinnovate in UE, la metà sia stata approvata negli ultimi dieci anni, segno di un intenso lavoro di ricerca e sviluppo delle case produttrici. Oltre l’83% degli agrofarmaci sul mercato italiano è stato approvato dopo il 2011, mentre solo l’1% dei prodotti autorizzati prima del 2000 è ancora in commercio.
Per la prima volta, poi, l’Osservatorio Agrofarma ha analizzato l’impatto dei cambiamenti climatici sull’agricoltura italiana, monitorando indicatori chiave come temperatura e precipitazioni. Dal 1997, le temperature medie in Italia hanno registrato un aumento costante, con un’accentuazione negli ultimi dieci anni: le anomalie annuali superano sempre i +0,7 °C rispetto ai valori storici. Mentre le precipitazioni si sono fatte più irregolari, con una crescente variabilità climatica che influisce negativamente sulla produttività agricola e sulla salute delle piante. Questi cambiamenti accentuano le sfide per il settore, tra cui la gestione delle risorse idriche e il contrasto alle avversità climatiche e fitosanitarie.
A fronte di queste difficoltà, le imprese del settore si impegnano a sviluppare agrofarmaci innovativi, pensati per salvaguardare le colture e garantire la sostenibilità della produzione agricola in uno scenario climatico sempre più instabile.
La Redazione