Biodiversità, un valore aggiunto per frutta e verdura. Nei suoi confronti sta crescendo l’attenzione del mondo agricolo e in particolare dell’orticoltura. Quando essa è praticata secondo standard certificati e quindi è riconosciuta, rappresenta una garanzia per i produttori e per i consumatori, sempre più attenti a cibi genuini, maturati in un ambiente sano.
Esperienze, progetti e impegni sono stati esaminati nella assemblea 2012 della WBA (World Biodiversity Association), associazione con sede a Verona, presieduta da Gianfranco Caoduro.
Si è ragionato, in particolare, sugli standard che devono essere rispettati da un’azienda agricola o da un territorio per ottenere il certificato di biodiversità. Ci sono esperienze in atto che stanno confermando la validità dei criteri indicati dalla WBA, che si caratterizzano per scientificità, essenzialità, praticabilità ed efficacia. Comparati ad altri “disciplinari” molto più complessi e impegnativi sotto tutti i profili, essi portano agli stessi risultati e si dimostrano altrettanto funzionali ed efficaci. Lo confermano le esperienze fatte nel Polesine e gli sviluppi che sono seguiti in altre realtà orticole e in altri settori agricoli, compreso il vitivinicolo. La questione è, rileva Francesco Arrigoni, vicedirettore di OPO Veneto, associazione di produttori, partner di WBA, arrivare a indicatori ‘scientifici’ che, in maniera oggettiva e con criteri pratici e semplici, diano l’indice di inquinamento o di sanità di un terreno e quindi consentano o meno la certificazione di biodiversità. WBA ha in programma la pubblicazione di un manuale che aiuti l’ortofrutticoltore e l’agricoltore in generale a misurare il “tasso di biodiversità” dell’azienda e dell’ambiente in cui essa è inserita. Commenta Gianfranco Caoduro: ‘Dovrà essere una pubblicazione snella, scritta con un linguaggio capibile da tutti perché possa essere veramente utile e funzionale’. E’ oggi interesse sia dei consumatori che dei produttori percorrere la strada della biodiversità.
Per i consumatori è soddisfatta l’esigenza di mangiare cibi sani e genuini; i coltivatori della terra possono offrire prodotti di qualità garantita con il valore aggiunto di aver operato nel rispetto della biodiversità. Ci sono poi altre considerazioni da fare, che si riferiscono alla responsabilità sociale legata ai prodotti alimentari”. Sta intanto procedendo nelle scuole il ‘Progetto Sos, scuola orientata alla sostenibilità’, che si propone di coinvolgere studenti, famiglie e operatori sociali in azioni di responsabilità ambientale, finalizzate a sostenere iniziative dirette alla conservazione delle risorse naturali e della biodiversità.
Angelo Squizzato
Foto: Gianfranco Caoduro presidente World Biodiversity Association Onlus
(FONTE: OPOVENETO newsletter)