“Diamoci una visione, una asticella alta di politica di rappresentanza di questo settore che ha avuto tante vittorie ma anche qualche sconfitta”. L’esortazione è arrivata dal presidente di AIAB – Associazione italiana agricoltura biologica, Giuseppe Romano, in occasione del Congresso nazionale 2024 dell’associazione, svoltosi venerdì 31 maggio e sabato 1 giugno alla Città dell’Altra Economia a Testaccio a Roma, durante il quale ha avuto luogo il rinnovo delle cariche associative, con la conferma di Romano alla presidenza federale e la conferma di Monica Coletta e di Luis Urra come vicepresidenti. Nella due giorni di confronto, la riflessione di AIAB si è appuntata – attraverso l’istituzione di quattro tavoli tematici e l’intervento di esperti come Nicoletta Dentico, giornalista ed esperta di diritto alla salute, a capo del Programma di salute globale di Society for International Development – su come promuovere il biologico per garantire benessere e salute collettivi. Dal “One Health a One Welfare” è infatti il claim con cui si è proposta la conferenza nazionale, centrando l’attenzione sul benessere animale, benessere delle persone, benessere della terra e benessere dei territori di cui si è discusso nei tavoli tematici dedicati.
In particolare il presidente Romano, nel suo intervento introduttivo del Congresso ha posto l’accento sulle sfide future in cui deve impegnarsi il settore, sottolineando che occorre misurarsi con altri standard e con parametri della sostenibilità che vadano oltre a quella ambientale. “Siamo rimati fermi sulla parte di produzione primaria, abbiamo fatto delle cose relative alla trasformazione – ha detto il presidente AIAB – ma ci sono altri valori da certificare, da portare all’attenzione del consumatore, mi riferisco a quelli legati alla visualizzazione dei concetti di biodiversità ed etica del lavoro. Su questi valori altri sistemi sono andati più avanti di noi, dobbiamo avere il coraggio di complicarci un pochino di più la vita e certificare anche altri pezzi che sono un po’ scomodi, altrimenti rimaniamo indietro rispetto ad altri standard che si stanno conquistando fette di mercato”. “Per far questo – ha aggiunto Romano – servono formazione, aggiornamento e professionalità dei tecnici, lavoreremo su questo con le aziende. Infine, dobbiamo combattere fermamente e con determinazione le azioni di greenwashing”.
Per Nicoletta Dentico, che tra l’altro ha coordinato la Campagna per la Messa al Bando delle Mine in Italia e poi diretto Medici Senza Frontiere “L’umanità è una minaccia per la sua stessa sopravvivenza e lo dimostrano le tante crisi e il degrado irreversibile dell’ecosistema che stiamo vivendo. Serve cambiare il paradigma – ha aggiunto Dentico – e in questo contesto l’agricoltura biologica ha un ruolo importante. L’agricoltura lo sa che ogni intervento, anche piccolo, può produrre un risultato significativo”. Dentico si è poi rivolta direttamente ai produttori bio di AIAB presenti in sala osservando che “il vostro lavoro rigenera tutto l’ecosistema. Il vostro operato può salvare l’ecosistema. Siete voi che ci aiutate ad affrancarci dalla globalizzazione e dalla standardizzazione”.
La ricetta per cambiare paradigma, secondo Dentico, è “rivitalizzare le attività produttive locali, fare un economia centrata sul territorio e sulle persone, svolgendo un’azione sociale ed educativa”.
A questo proposito è stata proposta una case history di rilievo nell’ambito del tavolo tematico su benessere delle persone, agricoltura biologica e sociale, moderato da Paola Trionfi, referente mense AIAB.
Sei comuni fiorentini (Sesto Fiorentino, Campi Bisenzio, Signa, Calenzano, Carmignano e Barberino di Mugello) – ha raccontato Trionfi -. si sono alleati per formare una società per azioni di ristorazione collettiva, chiamata “Qualità e Servizi” che somministra nelle mense, soprattutto scolastiche, dei territori collegati circa 10mila pasti al giorno, centrati su prodotti del territorio e prevalentemente biologici. Il network si allargherà a breve con l’ingresso del Comune di Firenze che metterà, è il caso di dirlo, sul…piatto altri trentamila pasti al giorno.
Nel tavolo tematico sul benessere delle persone è intervenuta anche la dottoressa Giulia Frank dell’ Università Roma Tor Vergata, rivolgendo l’appello a tornare alla Dieta Mediterranea, bistrattata nell’era del consumismo e della globalizzazione, in quanto modello di dieta sostenibile che assicura benefici alla salute. Ma la dieta Med è anche altro, ha sottolineato la dottoressa Frank: “La dieta mediterranea è uno stile di vita, un elemento di inclusione, di sostenibilità salutare, sociale ed ambientale”. E, naturalmente tra agricoltura convenzionale oppure biologica da mettere alla base di questa dieta, la scelta è scontata: “Agricoltura bio – ha indicato Frank – perché non ha antibiotici, non ha pesticidi ed è di per sé sostenibile”.
A conclusione del congresso, il presidente Romano ha tirato il bilancio dell’evento, osservando che “Questi due giorni di confronto sono stati importanti perché ci hanno consentito di ripercorrere la storia degli ultimi anni dell’agroalimentare biologico, sia europeo che italiano, e anche di aprire un confronto sulla visione dell’organizzazione”.
“Ci troviamo – ha aggiunto Romano – in una situazione socio-politica decisamente complessa per il mondo dell’agroalimentare, e in particolare per quello bio. In questo contesto è fondamentale una rappresentatività chiara, netta e decisa del settore, una rappresentatività che solo AIAB, come organizzazione a base associativa esclusivamente di produttori biologici, può dare. Siamo sì una realtà complessa ed eterogenea, ma di questo ne facciamo un valore, rappresentando anche istanze di tecnici e consumatori, che generano quindi un plusvalore per la rappresentanza da portare ai tavoli ministeriali”.
“Proprio il rapporto tra AIAB e MASAF – ha proseguito Romano – è stato al centro del dibattito del congresso. Un rapporto che in questi anni si è molto consolidato e strutturato, dando frutti decisamente importanti, come ad esempio il dm sui distretti biologici, che valorizza e istituzionalizza un’idea di AIAB. Tutte azioni volute da AIAB che hanno trovato concretezza. Tra le cose per cui ci stiamo battendo oggi c’è invece il piano sementiero, una questione decisamente importante per il mondo del bio che sarà messa al centro delle attività dell’organizzazione”.
“Avvertiamo sempre più forte la necessità – ha concluso Romano – di strutturare le rappresentanze del settore, di trovare sintesi anche in condizioni decisamente complesse affinché la voce del biologico sia unitaria sui tavoli e tutto il settore ne possa beneficiare. AIAB vuole essere quindi a essere il fulcro su cui creare queste nuove sinergie, essendo un soggetto con una base associativa esclusivamente impegnata nel settore biologico, senza dinamiche extra settoriali ed esigenze di rappresentanze diverse”.
Cristina Latessa