OGM, l’uso eccessivo di mais transgenico negli USA ha rafforzato il parassita che avrebbe dovuto combattere

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Negli Stati Uniti l’uso intensivo del mais transgenico Bt, progettato per proteggere le coltivazioni mediante l’impiego di sostanze insetticide derivate dal Bacillus thuringiensis, ha avuto un effetto paradossale: invece di debellare i parassiti, ha rafforzato il coleottero noto come diabrotica del mais (Diabrotica virgifera virgifera). Questo risultato emerge da uno studio molto ampio pubblicato su Science, il quale mette in guardia sul fatto che la tecnologia transgenica potrebbe presto diventare obsoleta.
Fino a pochi anni fa, l’adozione di campi coltivati con mais Bt era ritenuta una soluzione vincente: oltre ad aumentare la resa delle colture, riduceva anche l’uso di pesticidi, con benefici che si estendevano persino ai terreni adiacenti. Tuttavia, l’analisi di dodici anni di prove sul campo, condotta in dieci stati del Midwest nella cosiddetta Corn Belt e guidata dal docente Ziwei Ye della Renmin University of China, ha evidenziato che l’utilizzo eccessivo di queste sementi ha spinto lo sviluppo di una resistenza nel coleottero bersaglio. In particolare, gli agricoltori hanno seminato troppo mais Bt, anche in zone con una presenza relativamente bassa di insetti nocivi, ottenendo così solo benefici marginali nell’eliminazione dei parassiti e sostenendo costi maggiori per l’acquisto delle sementi.
La scelta poco oculata, dettata da un interesse immediato e in parte influenzato dagli interessi commerciali delle aziende produttrici di semi, ha comportato gravi conseguenze economiche: tra il 2014 e il 2016, si stima che gli agricoltori abbiano perso circa 1,6 miliardi di dollari all’anno a causa della perdita di efficacia del mais Bt. Questo sviluppo potrebbe portare a una rapida obsolescenza della tecnologia transgenica, compromettendo non solo il settore agricolo del Midwest, ma potenzialmente anche la catena alimentare globale.

Un possibile rimedio suggerito dall’EPA è la rotazione delle colture, pratica che ha già dimostrato di ridurre i danni da diabrotica del mais, come evidenziato da uno studio del 2020. Nonostante questo, il problema si complica ulteriormente a causa dell’aumento dell’uso di pesticidi ed erbicidi, con dati che mostrano incrementi significativi negli ultimi decenni. Il glifosato, in particolare, è stato utilizzato in misura maggiore, favorendo lo sviluppo di erbacce resistenti e aumentando così i rischi per gli ecosistemi.

Sul fronte della salute umana, non emergono evidenze di pericoli legati al consumo di alimenti OGM. Fred Gould, docente di agronomia alla North Carolina State University, ha sottolineato in un’intervista che gli americani sono da decenni parte di un “esperimento naturale” senza effetti negativi evidenti. Tuttavia, Greenpeace evidenzia come l’uso intensivo di sostanze chimiche, promosso indirettamente dalle colture geneticamente modificate, rappresenti un modello di agricoltura industriale dannoso per persone, ambiente e biodiversità.

La Redazione

Notizie da GreenPlanet

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