Noberasco soddisfatto dell’andamento della frutta a guscio, ma resta critico il tema dei costi di produzione

Mattia Noberasco

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Il rapporto SINAB sulla frutta in guscio biologica conferma la crescita del comparto in Italia sia per produzione che per consumi. Abbiamo chiesto un parere in merito a Mattia Noberasco, Direttore Operations dell’omonima azienda, che realizza con il prodotto bio circa il 20% del proprio fatturato.

“Il mondo del biologico in Italia – afferma Noberasco – è sempre più importante per estensione di coltivazioni ed eccellenza qualitativa. Credo che gli aumenti evidenziati dal rapporto siano anche frutto di una capacità tecnologica superiore alla media da parte delle nostre aziende agricole. La disponibilità della frutta in guscio biologica è sicuramente interessante, ma noi operiamo in un mercato globale dove il tema centrale è quello del prezzo. Sappiamo che i costi di gestione nel nostro Paese (e questo non vale solo per la frutta a guscio) non sono competitivi. Questo aspetto può essere penalizzante, perché se è vero che in molti Paesi europei il consumo biologico pro-capite è alto, è altrettanto vero che il consumatore bio non è disposto a pagare un surplus di prezzo eccessivo. La soglia di incremento considerata accettabile rispetto al convenzionale è intorno al 10%, ma non è sempre sufficiente a coprire i costi di produzione del biologico”.

Noberasco per le sue linee di frutta bio privilegia i prodotti nazionali. “È chiaro però – sottolinea – che siamo anche noi assoggettati al tema dei costi. Per rimanere sul mercato a volte dobbiamo anche avvalerci di produzioni estere, tanto più che per alcune referenze mancano i volumi, almeno con le specifiche che noi richiediamo. D’altro canto, dobbiamo confrontarci con il tema della deforestazione e dell’impatto che avrà su tutti i prodotti di importazione. Avere una filiera corta efficiente e controllata sarà sempre più un valore aggiunto”.

Nonostante queste criticità, Mattia Noberasco è fiducioso per il futuro. “Sono convinto – afferma – che ci sia spazio per crescere. Il consumatore è sempre più attento e il nostro obiettivo è dargli il miglior rapporto qualità/prezzo, come facciamo dal 1999, quando siamo entrati nel biologico. Per noi sarà probabilmente difficile andare oltre la quota attuale di bio, anche per le difficoltà che ci sono state lo scorso anno a causa dell’inflazione, ma riteniamo che ci siano spazi per crescere quindi continuiamo a investire sia nella ricerca di nuovi prodotti che di soluzioni di imballaggio.

Ormai tutta la gamma bio usa imballi riciclabili e in particolare per la frutta sgusciata abbiamo un imballo in carta richiudibile, con chiusura separabile. Con questo pack abbiamo fatto un passo avanti in linea coi valori del biologico e della sostenibilità. Anche nel biologico lo scaffale è affollato ed è difficile trovare spazio per nuovi prodotti, per questo continueremo a ottimizzare i nostri assortimenti e a razionalizzare l’offerta. Abbiamo recentemente aggiornato la nostra linea dei misti, che sta dando ottimi risultati per la versatilità di consumo”.

Elena Consonni

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