No alle ‘riserve indiane’, sì alle regole di filiera

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Ritengo, non certo da ora, che i biodistretti siano delle ‘riserve indiane’; il distretto non può risolvere i problemi del settore biologico perchè non affronta le problematiche dei differenti soggetti che partecipano alla costruzione di un prodotto.

Parcellizza una determinata area e, in virtù di alcuni incentivi, cerca di sostenere l’agricoltura biologica in un determinato territorio senza intervenire nei rapporti che si instaurano fra un operatore e l’altro. Il distretto fra l’altro non aiuta l’espansione ma crea una recinto dorato in cui magari il biologico può anche prosperare ma non crea le condizioni per una positiva contaminazione a livello di sistema agroalimentare.

La filiera invece implica la regolazione dei rapporti fra i diversi stadi che compongono un processo produttivo. Il suo funzionamento implica il soddisfacimento dell’interesse di ciascun operatore che partecipa alla definizione di un determinato prodotto partendo dalla fase agricola fino alla distribuzione.

Il concetto di interprofessione è implicito nella costruzione di una filiera; una filiera che nel biologico deve essere accompagnata da altre filiere in quanto la rotazione delle colture obbliga il mondo agricolo e trovare soluzioni di mercato per tutte le produzioni che devono essere coltivate su di un determinato terreno.

Ecco che la filiera si trasforma in sistema con il carattere della pluriennalità. Certo, l’interprofessione ovvero la gestione di più fasi produttive poste in successione fino al prodotto finito è una sfida che il nostro Paese non ha quasi mai saputo cogliere e questo non solo nel biologico ma neppure nel convenzionale.

Oggi, però, il nostro settore ha bisogno di avere certezza della provenienza delle materie prime e della loro garanzia nel tempo. Questo necessita che siano definite le regole ed i rapporti intrafiliera sia in relazione ai quantitativi, alle caratteristiche qualitative dei prodotti ed al criterio in base al quale trovare il prezzo di cessione negli anni di validità del contratto.

Fabrizio Piva

managing director CCPB 

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