Nel pieno del dibattito europeo sul futuro della PAC oltre il 2027 (vedi news), tra ipotesi di tagli e nuovi modelli di sostegno agli agricoltori, la Commissione europea ha dato impulso a un’iniziativa parallela che punta a coinvolgere anche il capitale privato nella tutela dell’ambiente. Si tratta della Roadmap towards Nature Credits, un documento strategico pubblicato a luglio 2025, che apre ufficialmente la strada a un mercato volontario per premiare chi si impegna in azioni concrete a favore della natura.
I “crediti natura” rappresentano un’idea semplice ma ambiziosa: offrire uno strumento finanziario volontario che consenta a imprese, istituzioni pubbliche o singoli cittadini di investire in progetti con effetti positivi sulla biodiversità – come il ripristino di zone umide, l’espansione di aree forestali o pratiche agricole rigenerative – ricevendo in cambio un riconoscimento misurabile del loro contributo ambientale.
La Commissione ha spiegato che queste azioni dovranno essere valutate e certificate da enti indipendenti, per garantire trasparenza e credibilità. Per facilitare il processo, si propone di utilizzare – “ove possibile” – quadri normativi già esistenti, come quello dell’agricoltura biologica, evitando burocrazia superflua e premiando pratiche già riconosciute per i loro benefici ecologici.
Proprio l’agricoltura biologica, infatti, è indicata nella Roadmap come una delle basi più solide per avviare il sistema dei crediti natura. Grazie ai suoi impatti positivi dimostrati sulla biodiversità, documentati da anni di ricerca scientifica e certificati in modo uniforme in tutta l’UE, il biologico rappresenta un punto di partenza credibile, efficiente e facilmente verificabile.
Secondo la Sociedad Española de Agricultura Ecológica y Agroecología, è giunto il momento di riconoscere anche economicamente lo sforzo del comparto biologico, che internalizza costi ambientali che altri settori spesso ignorano. I crediti natura potrebbero diventare uno strumento per farlo, creando nuove fonti di reddito per gli agricoltori già impegnati in pratiche virtuose.
La Redazione