La strada del Gruppo Carrefour verso lo scale-up dell’agricoltura biologica anche nei canali distributivi, è chiara: aumento delle produzioni coltivate a bio, spinta verso l’agro ecologia e sostegno ai fornitori in conversione.
“Il nostro obiettivo – ci spiega Bruno Moro, direttore merci, Carrefour Italia – è di avere, entro il 2030, fino al 25% delle terre coltivate destinate al Biologico e come tappa importante intermedia, a livello internazionale vogliamo raggiungere il traguardo di avere almeno il 15% dei prodotti freschi da agroecologia entro il 2025”.
La corsa del bio nel settore dei big retailer e ancor di più, in quello dei discount, è un continuo navigare a braccia, dal momento che, se i disciplinari di produzione biologica sono molto dettagliati e rigorosi, non esistono, per la fase distributiva, ancora regole particolarmente stringenti che impongano ad esempio, come per la produzione, magazzini diversi per la movimentazione di merci bio o non bio o anche per la distribuzione sugli scaffali. Questi ed altri sono gli interrogativi a cui il legislatore italiano ed europeo dovrà rispondere in questa fase, non a caso definita, di transizione ecologica.
“Il nostro Paese – precisa Moro – ha un primato nel biologico: siamo stati il più forte esportatore europeo e nel 2021 e nel 2022 ci siamo collocati al secondo posto nel mondo dopo l’America. Primato conquistato grazie all’impegno di tanti agricoltori, spesso giovani, e operatori della filiera che hanno creduto nella scommessa di difendere l’ambiente, garantire la biodiversità e la salute dei cittadini. Oggi questo impegno viene finalmente riconosciuto con l’approvazione della legge comunitaria sul bio. Tuttavia, il contesto globale di crisi economica e di inflazione generale non hanno messo le basi migliori per uno sviluppo del settore Biologico, che ha subito una battuta d’arresto nel mondo della distribuzione moderna”.
Secondo i dati riferiti da Moro su fonte Nielsen, nel corso del 2021 e 2022 si sono persi 0,3 punti di quota nel consumo del bio verso il totale, rappresentando ora il 3,3% del totale spesa alimentare nella GDO. “E questo – chiosa Moro – nonostante il fatto che negli ultimi dieci anni si sia ampliata notevolmente la sensibilità del cliente e la sua propensione al consumo! Pensate che negli ultimi dieci anni la base della popolazione che compra bio è crescita di 10 milioni passando dal 55% del 2013 al 89% del 2023 (fonte Nomisma). È vero, però, che il delta prezzo fra bio e convenzionale è una barriera e un freno concreto all’acquisto del cliente ed è per questo che il nostro obiettivo è quello di rendere sempre più democratico il bio, trasformandolo in una scelta più accessibile per tutti. Indipendentemente dalla crisi e dell’andamento dei prezzi degli altri prodotti, il nostro obiettivo, infatti, è di avere un differenziale di prezzo rispetto al prodotto leader convenzionale non biologico, al massimo del 30%”.
L’insegna ha una policy precisa sul rapporto con i fornitori che sta selezionando anche in funzione al rispetto dei criteri di sostenibilità che applicano. “Carrefour è molto sensibile – dice Moro – anche nel sostenere i partner fornitori che effettuano la conversione tra convenzionale e biologico. Si tratta di una fase critica che riguarda l’ottenimento della certificazione e richiede dai tre ai cinque anni. In questo periodo l’azienda deve far fronte ai costi inerenti il bio anche se i prodotti non possono essere commercializzati come tali. Per questo abbiamo deciso di supportare gli oltre 450 produttori nostri partner coinvolti nel processo di trasformazione con una programmazione condivisa delle loro produzioni. All’interno di questa linea di lavoro il ruolo del nostro prodotto a marchio Carrefour BIO ha un ruolo fondamentale: abbiamo oltre 425 prodotti a nostro marchio, che superano il 70% della quota totale del nostro bio. Il resto delle vendite di bio è realizzato attraverso altri circa 1250 prodotti bio a marca nazionale. In parallelo stiamo spingendo su più fronti per concretizzare la transizione alimentare di Carrefour Italia. Si sta anche sviluppando un’offerta più vicina alla sostenibilità puntando prioritariamente sulla Filiera Qualità Carrefour e sulla sua graduale trasformazione in filiera biologica”.
Mariangela Latella
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