‘Meno dormi più pesi’, afferma il sito di Alce Nero ‘Fattidibio.com’ riportando una breve ma azzeccata sintesi di uno studio tedesco pubblicato dalla rivista ‘Current Biology’. Lo hanno definito ‘social jetlag’: è la carenza cronica di sonno, causata dai ritmi di oggi, che impongono di svegliarsi troppo presto rispetto a quanto vorebbe il nostro orologio biologico e di andare a dormire quando il sole è tramontato da un pezzo. Il fenomeno, secondo lo studio, contribuisce all’epidemia di obesità che si registra nel mondo industrializzato e che, in Italia, vede quasi la metà degli adulti obesi o in sovrappeso. La ricerca che ha portato a questa conclusione è durata quasi dieci anni.
E’ certo che , nel corso dell’ultimo secolo, la popolazione occidentale ha via via ridotto il tempo del riposo, a causa dell’organizzazione del lavoro e di problemi legati all’ansia sempre più difusi. E ormai sono sempre più numerosi gli studi epidemiologici che collegano il sovrappeso e l’obesità alla carenza di sonno, in particolare nei giovani e nelle donne. Il sonno infati, influenza la produzione di insulina, cortisolo, leptina, ormoni fondamentali nel modulare appetito e fatica.
Così chi dorme meno, avverte maggiormente lo stimolo della fame e come conseguenza logica, mangia di più. Inoltre si muove di meno perché l’aver dormito poco lo fa sentire affaticato. Che fare? Bisognerebbe rispettare di più il nostro orologio biologico, rinunciando a malincuore, ma per il nostro benessere, a caffè serali, troppi the, cioccolato, cibi troppo speziati e scegliendo, piuttosto, di fare una cena più leggera e orari che ci permettano di dormire tra le sette e le otto ore per notte.