Maxi processo Vertical Bio: richieste di condanna per 96 anni di carcere totali, dopo la lunga requisitoria del PM Silvia Cecchi. Per l’accusa si parla di prodotti falsamente certificati come biologici. I fatti contestati risalgono al periodo dal 2007 al 2013 e dopo due anni di udienze preliminari, iniziate a novembre 2016, sono stati rinviati a giudizio 25 tra imprenditori e certificatori, per il reato di associazione per delinquere transnazionale finalizzata alla frode nell’esercizio del commercio, mentre sei aziende del biologico rispondono di illecito amministrativo.
Per l’accusa, con la complicità di due istituti di certificazione, sarebbero state importate dai Paesi dell’Est e Sud America, Africa e Asia, nel mercato italiano ed europeo 350mila tonnellate di mais, soia, grano, colza e semi di girasole fintamente bio, per un fatturato di 126 milioni di euro. Il provento illecito è stato calcolato in 32 milioni, dei quali 23 sequestrati dalla Finanza.
Per gli inquirenti il sistema di frode consisteva, in una prima fase nella quale avveniva la produzione di graniglie in Paesi terzi, quali Moldavia, Ucraina, Kazakistan, che venivano poi qualificate come “biologiche” dagli organismi di certificazione dei medesimi Paesi, ma controllati da soggetti italiani collegati agli imprenditori coinvolti nella frode.
Fonte: Corriere Adriatico