Nicoletta Maffini, responsabile marketing di Alce Nero, ha rilasciato un’intervista a Nielsen Featured Insights, che volentieri riprendiamo, per l’interesse che può sollevare nei nostri lettori.
– In uno scenario in flessione, il comparto biologico registra una crescita media del 10%. In qualità di osservatore privilegiato, in quanto Alce Nero è operatore del comparto fin dal 1978, quali sono secondo Lei gli aspetti che oggi spingono il consumatore a scegliere cibi da agricoltura biologica?
‘Sicuramente la voglia e la necessità di prendersi cura di se stessi e dei propri cari, soprattutto quando la scelta che facciamo è una scelta che coinvolge i nostri figli. Non a caso capita spesso che il biologico entri in famiglia nel momento in cui arriva un bambino, durante la fase di svezzamento ci si chiede con attenzione cosa scegliamo per nutrirlo. Ma oggi c’è anche maggiore consapevolezza legata al rispetto dell’ambiente, in cui il biologico gioca un ruolo fondamentale’.
– Quanto l’esperienza e la competenza riconosciuta ad una marca come Alce Nero sono fattori determinanti nella scelta?
‘Credo che i nostri fruitori (ci piace chiamarli così e non consumatori) riconoscano ad Alce Nero un valore dato dalla coerenza di tanti elementi: è un marchio storico che è cresciuto gradualmente nel tempo, che ha costruito i suoi valori partendo da cose vere, fatti concreti.
Ne è un esempio la rete di agricoltori che lavora insieme da anni, impegnata a coltivare e produrre cibi veri, buoni e sani: buoni perché il risultato organolettico per noi è fondamentale, biologico deve significare anche molto buono al gusto e sano naturalmente, perché privo di sostanze dannose per noi e l’ambiente’.
– Il prezzo risulta essere un driver per molte categorie del largo consumo. In un comparto invece che si posiziona con un prezzo di almeno il 50% superiore alla corrispondente categoria tradizionale, quali sono le leve più sfruttate da un’azienda come Alce Nero & Mielizia?
‘Il differenziale di prezzo è molto variabile, può andare dal 20% al 60%, dipende molto dal tipo di prodotto, dalle varietà colturali, in due parole dai termini del confronto. Per quanto riguarda Alce Nero, la nostra filosofia va oltre il biologico. Alce Nero è una rete di agricoltori che coltivano varietà antiche in territori particolarmente vocati, i nostri grani duri a spiga lunga ne sono un esempio, il nostro pomodoro coltivato nel terreno torboso del delta del Po’ anche. Nel tempo, a piccoli passi e con budget minimi abbiamo cercato di comunicare tutto ciò ai nostri fruitori che sono sempre più consapevoli, attenti nelle loro scelte.
Il biologico costa di più perché ha rese più basse in agricoltura, perché le tecniche di trasformazione sono più costose e impegnative (niente additivi per semplificare i processi, temperature basse di essiccazione per la pasta, ecc…)’.
– A seguito degli investimenti fatti e dei risultati ottenuti nell’ultimo anno, con quali obiettivi Alce Nero si affaccia al 2013?
‘Alce Nero ha debuttato nel 2012 con la prima campagna ADV di brand che aveva come obiettivo principale accrescere la brand awareness del marchio; il 2012 verrà chiuso con un fatturato complessivo per l’azienda pari a circa 47 milioni di euro di cui 25,5 a marchio Alce Nero.
Il marchio Alce Nero sta rispettando nel corso degli ultimi anni una crescita costante a due cifre che va dal 15% al 20% ogni anno, nel 2012 ha confermato questa tendenza crescendo di circa il 18% rispetto all’anno precedente. L’obiettivo per il 2013 è di continuare ad investire in advertising per accrescere la notorietà di marca, nonché naturalmente incrementare la presenza in distribuzione e contemporaneamente valutare l’ingresso in nuovi mercati. In termini numerici ci piacerebbe arrivare a 29 milioni di euro’.