Nel periodo compreso tra novembre 2023 e agosto 2024, l’Italia si conferma come la principale destinazione per l’olio d’oliva biologico proveniente dalla Tunisia, assorbendo il 52,09% delle quantità esportate dal paese nordafricano. A rivelarlo è l’Osservatorio tunisino dell’agricoltura (Onagri), che ha analizzato i dati dei primi dieci mesi della campagna agricola in corso, confermando un trend positivo che va avanti da mesi.
L’Italia è seguita da altri importanti mercati europei: la Spagna, che ha importato il 28,07% dell’olio biologico tunisino, e la Francia, con una quota del 12,10%.
In totale, le esportazioni di olio d’oliva tunisino – sia biologico che convenzionale – hanno raggiunto un valore complessivo di 4,81 miliardi di dinari (equivalenti a 4,81 miliardi di euro), registrando una crescita del 61,7% rispetto allo stesso periodo della campagna precedente.
Se l’Italia domina il mercato dell’olio biologico, la Spagna si conferma invece il principale acquirente dell’olio d’oliva tunisino convenzionale, con il 30,8% delle quantità esportate. L’Italia e gli Stati Uniti seguono rispettivamente con il 28% e il 23,6%.
Va sottolineato, però, che solo il 5,8% dell’olio d’oliva biologico tunisino esportato è confezionato, segno che vi è ancora un margine di crescita per questo segmento di mercato.
L’industria tunisina dell’olio d’oliva conta attualmente circa 1.750 frantoi, 15 unità di raffinazione, 14 impianti di estrazione dell’olio di sansa e 35 unità di lavorazione e confezionamento. Nonostante una produzione totale stimata a 194 mila tonnellate, solo il 20% dell’olio prodotto viene consumato internamente, evidenziando l’importanza strategica delle esportazioni per l’economia tunisina.
L’aumento della domanda globale di olio d’oliva biologico e la continua crescita dei prezzi potrebbero rafforzare ulteriormente la posizione della Tunisia come leader nel settore, consolidando i legami commerciali con i principali partner europei come l’Italia.
La Redazione